Comunicato stampa

Facciamo il punto sulla E45

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La Camera di commercio della Romagna chiede la massima attenzione sull’asse viario E45 e sull’impatto che chiusura e limitazioni al traffico hanno avuto - e tuttora hanno - su imprese, in primis di autotrasporto, ma non solo, e su lavoratori e cittadini. L’analisi aggiornata, elaborata da Uniontrasporti, stima un danno economico pari a 27 milioni di euro per il solo settore dell’autotrasporto.


“L’attenzione della Camera di commercio della Romagna sulla situazione dell’asse viario E45 e delle limitazioni al traffico sul viadotto Puleto resta alta. La stima aggiornata, appena realizzata da Uniontrasporti, società di servizio del Sistema camerale, per conto della Camera, del danno economico creato, prima dalla chiusura del viadotto e poi dalle forti limitazioni al transito, evidenzia un impatto diretto, per il solo settore dell’autotrasporto di circa 27 milioni di euro. - dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna e di Uniontrasporti - La grave situazione che si è verificata in questi mesi ha dimostrato quanto questa infrastruttura sia strategica a livello nazionale e, quindi, va trattata come tale. Anche il rispristino della viabilità sulla “vecchia Tiberina”, unica alternativa in casi di emergenza, è una questione che richiede la massima attenzione ed è urgente intervenire. Quanto poi ai contributi economici stanziati dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana e dalla Camera di commercio della Romagna, si è tuttora in attesa del decreto ministeriale di ripartizione delle risorse, ma si deve arrivare a un loro rapido e ottimale utilizzo e devono essere messi a disposizione dei lavoratori e delle imprese danneggiati dalla chiusura del viadotto Puleto. Aggiungo che è anche da valutatare la possibilità di utilizzo della Cassa Integrazione “in deroga”, come ulteriore strumento a supporto di imprese e lavoratori danneggiati da questa situazione”.

Come è noto, la E45, comunemente identificata con la strada statale 3bis “Tiberina”, chiamata anche Orte-Cesena, costituisce il principale corridoio stradale fra la Valle del Tevere e la Romagna.
La chiusura del viadotto per le note vicende di inizio anno ha di fatto spezzato in due una delle principali direttrici nord-sud del nostro Paese, comportando un significativo impatto negativo sull’economia dei territori circostanti, il cui tessuto economico e sociale è cresciuto anche grazie all’opportunità rappresentata da questa arteria di grande traffico.
L’interdizione alla percorrenza della E45 ha inevitabilmente colpito una moltitudine di cittadini, automobilisti e imprese di autotrasporto, costretti a subire incrementi di tempi e costi di viaggio. In particolare, in questi mesi le ripercussioni sul trasporto merci e sull’attività delle aziende locali, tagliate fuori dal cuore dell’Italia, si sono aggravate giorno dopo giorno.
Vale la pena ricordare che successivamente alla chiusura ci sono stati due step importanti:
- il 13 febbraio 2019 il viadotto Puleto è stato riaperto, anche se solo per il traffico leggero (< 3,5 ton), su una sola corsia per direzione di marcia e con un limite di velocità di 40 km/h;
- il 10 luglio 2019, dopo 175 giorni di chiusura, è finalmente avvenuta la riapertura ufficiale della E45 al traffico dei mezzi pesanti fino a 30 tonnellate, su 2 corsie con il limite di velocita a 50 km/h. Per i mezzi di massa superiore alle 30 tonnellate restano invece valide le deviazioni sui percorsi alternativi già utilizzati.
Secondo Uniontrasporti, il danno economico creato in questi 7 mesi (dal 16 gennaio al 15 agosto 2019) per il settore dell’autotrasporto, prima dalla chiusura del viadotto e poi dalle forti limitazioni al transito, può essere stimato in circa 27 milioni di euro, calcolati considerando l’incremento dei costi di trasporto variabili, che si modificano in modo proporzionale all’operatività del veicolo, con parametri ben definiti nel report aggiornato, realizzato da Uniontrasporti per conto della Camera di commercio della Romagna.
Dopo la riapertura del 10 luglio scorso, si sono risolte alcune problematiche ma le limitazioni imposte su massa, capacità e velocità determinano comunque un impatto residuo per l’autotrasporto.
Per il traffico leggero, la riapertura del viadotto dopo un mese ha ridotto l’impatto ma non lo ha certo eliminato, considerando le suddette limitazioni imposte. Possiamo quindi stimare un danno economico per gli automobilisti che si è gradualmente ridotto in questi 7 mesi, arrivando però ad un valore complessivo di circa 13 milioni di euro.
Per quanto riguarda infine gli esercizi turistici, occorre considerare certamente gli aspetti positivi della riapertura al traffico leggero; allo stesso tempo però non bisogna trascurare l’assenza della clientela commerciale nei diversi punti di ristoro, l’importanza dei flussi turistici solitamente in crescita nella stagione primaverile/estiva e il rischio di un potenziale danno di immagine per i comuni presenti lungo la Valle del Savio dovuto alle difficoltà di connessione. L’impatto che la situazione critica legata al Viadotto Puleto ha provocato sulle attività a maggior vocazione turistica in questi 7 mesi del 2019 può essere quindi stimato in quasi 2,5 milioni di euro.
A ciò si aggiunge il danno economico subito da imprese e lavoratori del vasto comparto manifatturiero e delle tante attività artigiane, sia di produzione che di servizi. In questo caso la quantificazione e la stima dei danni subiti dal territorio in questi 7 mesi è assai più difficile, ma in ogni caso certa e di importo rilevante.
Di fronte alla situazione descritta, appare di fondamentale importanza che i soggetti competenti concentrino gli interventi, da subito, sugli assi viari di importanza strategica, come la E45 (asse nord/sud) e la E55 (asse nord/est), che devono essere riammodernati e realizzati. Sono indispensabili il monitoraggio costante e la manutenzione sistematica di tutta la rete viaria esistente che, per la conformazione orogeografica del territorio, può essere messa a rischio anche dalle criticità di un solo pilone. Anche il rispristino della viabilità alternativa sulla ex Tiberina è una questione che va trattata con la massima attenzione e celerità, trattandosi dell’unica alternativa di viabilità in situazioni di bisogno ed emergenza, come quella degli ultimi mesi.
In quest’ottica, da una parte, è utile evidenziare i recenti accordi e appalti relativi alla E45 e alla strada comunale ex Tiberina e i contributi stanziati dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana e dalla Camera di commercio della Romagna da destinare in modo rapido a lavoratori e imprese danneggiate dalla chiusura del viadotto, per un ottimale utilizzo.
A livello nazionale, le “Misure di sostegno al reddito per chiusura della strada SS 3 bis Tiberina E45” contenute nel Decreto Crescita pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile 2019, prevedono all’articolo 40 “uno stanziamento specifico di 10 milioni di euro a favore di lavoratori del settore privato, compreso quello agricolo, titolari di rapporti di collaborazione continuata e continuativa, di agenzia e di rappresentanza commerciale, di lavoratori autonomi, compresi i titolari di attività di impresa e professionali, che si sono trovati impossibilitati a esercitare o hanno dovuto sospendere la propria attività a causa della chiusura della E45, a seguito del sequestro del Ponte Puleto”. A tale riguardo va evidenziato che le Regioni hanno individuato i criteri di ripartizione delle risorse stanziate, ma da parte del Governo centrale, ad oggi, non è ancora arrivato alcun decreto di ripartizione.
Da ricordare, inoltre, che il 23 luglio 2019 è stata raggiunta l’intesa tra la Regione Emilia-Romagna e le parti sociali del territorio cesenate e romagnolo per garantire un sostegno al reddito a favore dei lavoratori (sia dipendenti sia autonomi) del settore privato, anche agricolo, impossibilitati a svolgere il proprio lavoro dopo il sequestro del viadotto Puleto e della conseguente chiusura della superstrada E45.
Nella situazione sopra descritta, rispetto alla quale il Governo allora in carica non ha però riconosciuto lo “stato di emergenza nazionale”, è importante che sia valutata la possibilità di accedere alla cassa integrazione in deroga, quale ulteriore strumento a supporto di imprese e lavoratori danneggiati da questa situazione, il cui superamento definitivo non si prospetta certo in tempi brevi. Si tratterebbe di una forma di sostegno a favore di coloro che appartengono a settori lavorativi che non possono usufruire della cassa integrazione ordinaria, ma la cui azienda si trova in una situazione economica critica, legata a fattori quali calo della produzione, diminuzione dell’esportazione e riduzione delle vendite, a seguito della grave situazione creatasi nell’area in termini di viabilità, logistica e trasporti.


NB: Per il settore dell'autotrasporto come anche per i veicoli leggeri, non c'è una scala territoriale definita. Le valutazioni sono state fatte quindi in base ai flussi che interessano la E45 tra Orte e Cesena. Solo per le strutture a vocazione turistica, l'area considerata è quella dei comuni della Valle di Savio.

 

[Comunicato Stampa n. 63 del 28 agosto 2019]