Comunicato stampa

Il punto sull’economia della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini nei primi mesi del 2023

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La Camera di commercio della Romagna diffonde i dati economici di questa prima difficile fase del 2023 relativi al territorio Romagna e alle province di Forlì-Cesena e Rimini, con aggiornamenti puntuali delle principali variabili valorizzati dalle ultime previsioni di Prometeia.

“I dati confermano lo scenario di previsione che vede per le due province un incremento del valore aggiunto, dello 0,7% per Forlì-Cesena e del 1,1% per Rimini – commenta Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Dopo due anni molto brillanti, si sta consolidando la situazione economica, pur in uno scenario generale caratterizzato da vari elementi di complessità a livello globale. Tengono l’export e i consumi mentre c’è un po’ di calo degli investimenti. Per quanto riguarda il turismo occorre aspettare la fine della stagione per valutare correttamente i dati”.

Il sistema produttivo del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini nei dati disponibili dell’anno in corso, pur con tutte le difficoltà dovute allo scenario generale e alle calamità che hanno colpito parti importanti del territorio, fa registrare segnali positivi, con una crescita delle principali variabili economiche: produzione e fatturato manifatturiero,volume d’affari delle costruzioni, vendite del commercio al dettaglio, esportazioni, fatturato del turismo, presenze turistiche e saldo positivo dei rapporti di lavoro dipendente. Note stonate, il calo delle imprese attive e l’aumento delle ore di cassa integrazione. In tale contesto, si inserisce, da un lato, la diminuzione del credito alle imprese, dall’altro, la crescita, pur in rallentamento, ancora alta dell’inflazione, che può costituire un freno alla ripresa.

Discorso a parte merita il settore agricolo che, purtroppo, ha dovuto affrontare una situazione climatica straordinaria, rappresentata dall’alluvione di maggio, che ha colpito, in particolare, il forlivese, ovvero un territorio a forte vocazione agricola e agroalimentare; gli effetti di tale evento influiranno negativamente sulla produzione lorda vendibile dell’anno, con rischio di perdite di produttività futura, causa moria delle piante e animali, e di superficie agricola utilizzata, per le frane, a cui si aggiungono i danni alle strutture, ai mezzi e alle attrezzature, più quelli di tutta la filiera legata all’agroindustria. Le stime sul valore aggiunto del settore per il 2023 sono esemplificative, riportando valori in decisa diminuzione rispetto all’anno precedente.

Sarà poi necessario attendere i dati aggiornati al secondo trimestre di variabili quali congiuntura ed export per comprendere eventuali ripercussioni di tale fenomeno sul tessuto economico del territorio; nonché, i dati sulle presenze della stagione estiva, molto importanti per la ricchezza derivante dalle attività economiche direttamente riconducibili al turismo.

A livello previsionale, le ultime stime relative al valore aggiunto complessivo del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini per il 2023 sono positive, simili a quelle precedenti, con un incremento annuo inferiore a quello regionale e al dato nazionale; aumento confermato anche nel 2024, pur con una variazione inferiore.

Sintesi dei dati aggiornati del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

Al 01/01/2023 la circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna, che interessa le province di Forlì-Cesena e di Rimini, ha una superficie complessiva di 3.300 kmq e comprende 57 comuni; la popolazione residente ammonta a 728.952 abitanti, di cui l’11,1% ha nazionalità straniera.

Nel 2021 la stima del valore aggiunto nominale (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è pari a 20,8 miliardi di euro (+6,3% sul 2020) mentre il valore aggiunto nominale pro capite ammonta a 28.460 euro; l’export complessivo dell’anno 2022 ammonta a 7,5 miliardi di euro (+13,2% annuo) mentre nel 1° trimestre 2023 risulta essere di 1,9 miliardi di euro (+7,5% sullo stesso periodo dell’anno precedente).

Al 30/06/2023 risultano attive 70.329 imprese (sedi), in calo rispetto al 30/06/2022 (-2,2%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 96 imprese attive ogni mille abitanti (89 in Emilia-Romagna, 87 in Italia).

I principali settori di attività economica del territorio Romagna sono, nell’ordine, il Commercio (22,7% del totale delle imprese attive), le Costruzioni (15,0%), Agricoltura e pesca (11,9%), Alloggio e ristorazione (10,5%), le Attività immobiliari (8,4%) e l’Industria Manifatturiera (8,2%).

I numeri del territorio delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente, caratterizzata da importanti specializzazioni e filiere: un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un solido posizionamento nel settore primario (agricoltura e pesca) e secondario (manifattura) si affianca il ruolo di rilievo del terziario tradizionale (commercio, turismo) e di quello sempre più promettente del terziario avanzato e dei “grandi servizi” (cultura, università, sanità). Anche la dotazione infrastrutturale è caratterizzata da importanti asset da valorizzare e innovare, non solo per la mobilità e la logistica ma anche in relazione al sistema fieristico e congressuale, tecnopoli, incubatori, centri di ricerca, campus universitari.

Purtroppo, nel maggio scorso, il territorio ha dovuto fronteggiare un evento alluvionale del tutto eccezionale, che ha causato ingenti danni alle attività economiche, in particolare nel forlivese; sulla base di una prima stima ricognitiva effettuata dalla Regione Emilia-Romagna, attraverso un’indagine effettuata sulle imprese non agricole, nell’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini sono state 555 le imprese che hanno segnalato di aver subito danni, di cui 487 in provincia di Forlì-Cesena e 68 in provincia di Rimini, per un totale di 43 milioni di euro.

In base alle ultime previsioni Prometeia (rilasciate a luglio), a fronte di un 2022 archiviato con un incremento tendenziale del 4,7%, per il 2023 si stima una crescita annua del valore aggiunto (a prezzi base e costanti) pari allo 0,9% (+1,2% Emilia-Romagna, +1,2% Italia), in lieve calo rispetto a quanto previsto negli scenari precedenti (+0,8%, aprile scorso). Tra le due previsioni (luglio e aprile) si registrano alcune differenze sia in termini positivi, come nel caso delle costruzioni (+5,4%, rispetto al +1,8% stimato in precedenza) e nei servizi (+1,9% rispetto al +0,9% precedente), sia, soprattutto, in termini negativi, come in agricoltura (“effetto alluvione”) (-5,1%, rispetto al -0,2% precedente) e anche nell’industria (-3,5%, rispetto al -0,1% precedente). Per il 2024 si conferma l’aumento del valore aggiunto che, sulla base delle ultime stime, dovrebbe segnare una variazione annua del +0,7% (+0,7% anche in Emilia-Romagna e +0,6% in Italia).

Sintesi dei dati aggiornati sull’economia della provincia di Forlì-Cesena

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 30/06/2023, è costituito da 35.643 imprese attive (sedi), in calo rispetto al 30/06/2022 (-2,8%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 91 imprese attive ogni mille abitanti (89 in Emilia-Romagna, 87 in Italia). Più della metà delle imprese attive (il 55,5%) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 21,2% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, ben il 93,4% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti.

In diminuzione anche il numero delle imprese artigiane (11.353 al 30/06/2023, -4,2% sullo stesso periodo dell’anno precedente), così come si riduce il numero delle imprese cooperative (468 al 30/06/2023, -1,5% annuo).

Le start-up innovative a fine giugno 2023 risultano 57 (-18,6% annuo); la maggior parte delle stesse (46 unità) opera nel macrosettore dei Servizi.

In merito all’andamento dei principali settori, la consistenza delle imprese agricole attive (5.973 unità al 30/06/2023) risulta in flessione del 3,3% rispetto al 30/06/2022. Alle problematiche strutturali e congiunturali già note del settore, si è aggiunta quest’anno l’alluvione, con pesanti ricadute su quantità e qualità delle colture frutticole e cerealicole (in queste ultime si stima una produzione in calo del 42%).

Le imprese del comparto pesca e acquacoltura, al 30 giugno 2023, sono 89, in calo tendenziale (-2,2%). Nel mercato ittico all’ingrosso di Cesenatico, nel periodo gennaio-giugno 2023, si rileva un incremento delle quantità commercializzate (+18,4% sui primi sei mesi del 2022) ed una crescita del valore del pescato (+10,5%), che risulta pari a 3,1 milioni di euro.

I dati relativi all’industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna (rivolta a imprese con più di 9 addetti), al primo trimestre 2023, confermano i segnali positivi per produzione (+7,7% sul primo trimestre 2022), fatturato (+11,5%) e ordini interni (+2,5%), mentre è in ridimensionamento la domanda estera (-1,3%); positivo, poi, per tutte le variabili di analisi, il trend medio degli ultimi 12 mesi (+9,5% e +18,0% i dati medi, rispettivamente, della produzione e del fatturato). La ripresa della produzione (sui 12 mesi) investe tutti i comparti, ad eccezione di quello del legno (-5,0%) e delle confezioni (-2,3%), con i maggiori incrementi che riguardano i macchinari (+21,6%), le calzature (+19,5%) e i mobili (+7,4%). In tale contesto si inserisce la crescita della dinamica occupazionale degli ultimi 12 mesi (+4,0%). In merito, infine, alla struttura produttiva, si rileva una riduzione della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 30/06/2023 (-3,3%, 3.332 unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel settore edile (5.501 unità a fine giugno 2023) si riscontra un decremento annuo del numero di imprese attive (-5,1%); in espansione, invece, il relativo volume d’affari nel primo trimestre dell’anno, sostenuto dagli incentivi statali per la parte residenziale: +13,7% rispetto all’analogo periodo del 2022 (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Per ciò che concerne il commercio al dettaglio, le vendite nel primo trimestre 2023, in termini tendenziali, risultano in aumento (+4,0%), grazie sia ai prodotti alimentari (+2,8%) sia a quelli non alimentari (+2,9%); riguardo alla dimensione, si riscontrano numeri positivi per tutte le tipologie, con incrementi maggiori per la media e grande distribuzione (rispettivamente, +5,3% e +6,7%) rispetto alla piccola (+1,1%). In termini di numerosità, le imprese attive del commercio al dettaglio (3.690 unità al 30/06/2023) risultano in calo annuo del 5,2%, così come la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (ingrosso, dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta, al 30/06/2023, 7.503 imprese (-4,0% rispetto al 30/06/2022).

Nel primo trimestre 2023 crescono le esportazioni in provincia di Forlì-Cesena (pari a 1.157 milioni di euro): +7,0% rispetto ai primi tre mesi del 2022, superiore alla variazione regionale (+4,5%) ma inferiore a quella nazionale (+9,8%). Riguardo ai principali prodotti, aumentano le esportazioni delle navi e imbarcazioni (+55,5%, 7,3% del totale), dei prodotti di colture permanenti (+25,5%, 6,1%), degli articoli in materie plastiche (+7,7%, 5,4%), delle altre macchine per impieghi speciali (macchine specifiche di utilizzo nei vari comparti manifatturieri) (+25,7%, 5,4%) e delle calzature (+11,0%, 5,2%); diminuiscono, invece, le esportazioni dei mobili (-11,5%, 8,9%), dei tubi, condotti, profilati cavi e accessori in acciaio (-14,5%, 8,3%) e, lievemente, degli articoli sportivi (-0,4%, 6,4% del totale). In crescita l’export nei principali Paesi, rappresentati da Francia (+13,8%, 16,7% del totale), Germania (+3,5%, 12,7%), Stati Uniti (+4,8%, 7,3%) e Spagna (+18,4%, 6,3%). Positivo il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) fatto registrare nei primi tre mesi dell’anno: +571 milioni di euro (+29,3% rispetto al saldo gennaio-marzo 2022).

Riguardo al turismo, le imprese attive dei servizi di alloggio e ristorazione (2.677 unità al 30/06/2023) risultano in diminuzione rispetto al 30/06/2022 (-2,8%). Negativi anche i dati provvisori relativi al movimento turistico che, nel periodo gennaio-giugno 2023, registrano un lieve calo annuo degli arrivi dello 0,3% (457.902 unità) e delle presenze dello 0,4% (1.783.668 unità). Le diminuzioni, rispetto ai primi sei mesi del 2022, interessano solo la clientela italiana mentre cresce quella straniera. Nel dettaglio: -0,8% gli arrivi italiani e -1,1% le presenze nazionali, +3,1% gli arrivi stranieri e +3,0% le presenze estere. In tale contesto, il primo mese della stagione estiva, ovvero giugno, si chiude con numeri negativi, (-9,9% di arrivi e -6,6% di presenze). In crescita, nel primo trimestre di quest’anno, il fatturato dell’intero settore (+10,3% rispetto al primo trimestre 2022, come risulta da indagine congiunturale Unioncamere E-R).

Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” risultano in calo annuo del 5,1% (896 unità al 30/06/2023), analogamente alla dinamica del settore principale, trasporti e magazzinaggio (1.170 unità, -5,1%). Molto positivi invece, nel periodo gennaio-giugno 2023, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto Ridolfi di Forlì: +547,1% di arrivi (30.956 unità) e +667,3% di partenze (31.137 unità).

I dati ISTAT Forze di lavoro relativi al 2022 (media annuale), rilevano per la provincia di
Forlì-Cesena:

- un tasso di attività 15-64 anni (73,3%) sostanzialmente in linea col dato regionale (73,5%) e superiore alla media nazionale (65,5%);

- un tasso di occupazione 15-64 anni (70,3%) maggiore del dato regionale (69,7%) e nazionale (60,1%);

- un tasso di disoccupazione 15 anni e più (4,0%) inferiore alla media regionale (5,0%) e nazionale (8,1%);

- un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (12,9%) più basso di quello dell’Emilia-Romagna (17,3%) e dell’Italia (23,7%).

In crescita le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-giugno 2023 (1,2 milioni di ore): +5,6%, infatti, rispetto ai primi sei mesi del 2022. Nello specifico, aumenta sia la CIG ordinaria (+10,0%), che costituisce la maggioranza delle ore autorizzate (86,5%), sia quella straordinaria (+65,4%, 13,5% del totale) mentre si azzera la CIG in deroga. A livello settoriale, le ore autorizzate si concentrano in netta prevalenza nel manifatturiero (93,1% del totale, +15,2%), e, a seguire, ben distanziata, nelle costruzioni (6,3%, +57,7%).

Positivo il saldo attivazioni-cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente nel 1° trimestre 2023, grazie soprattutto all’aumento delle posizioni negli Altri servizi e in Agricoltura e da quelle derivanti sia dal lavoro a tempo indeterminato sia da quello a tempo determinato e apprendistato: nel dettaglio, +1.397 unità (differenza tra 25.779 attivazioni e 24.382 cessazioni).

Rimanendo in tema di lavoro, un cenno alle dimissioni volontarie, che nel forlivese, nei primi tre mesi dell’anno, hanno caratterizzato 3.758 rapporti di lavoro dipendente; nello specifico, queste costituiscono il 31,7% del totale delle cessazioni e risultano in diminuzione rispetto al primo trimestre 2022 (-1,4%).

Come sostegno economico di contrasto alla povertà, nel periodo gennaio-giugno 2023 sono 2.166 i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità del reddito di cittadinanza, con un importo medio mensile di 489 euro (+1,8% sull’importo medio mensile 2022); 475 nuclei familiari hanno percepito, invece, la pensione di cittadinanza, con un importo medio mensile di 243 euro (-0,7% sull’importo medio mensile 2022).

Riguardo all’andamento del credito, al 31/03/2023 i prestiti totali ammontano a 11.103 milioni di euro, di cui il 56,8% erogato alle imprese. Rispetto al 31 marzo 2022 si registra una diminuzione dell’1,0% dei prestiti concessi; nel dettaglio, calano i prestiti alle imprese del 5,0% mentre aumentano quelli alle famiglie del 3,9%. Riguardo ai prestiti alle imprese, risultano in flessione quelli verso il manifatturiero (-2,2%), le costruzioni (-7,8%) e il macrosettore dei servizi (-5,8%). Si evidenzia, poi, il decremento annuo dei depositi (-4,2%, 12.105 milioni di euro al 31 marzo 2023). L’incidenza delle sofferenze sui prestiti totali, al primo trimestre 2023, risulta pari all’1,4% (Emilia-Romagna e Italia: 1,3%), con un trend in progressivo calo; stabile, invece, il tasso di deterioramento del credito rilevato in provincia a fine marzo 2023 (1,3%, uguale a quello del primo trimestre 2022).

In relazione al Fondo di Garanzia per le PMI, tra gennaio e marzo 2023 in provincia di Forlì-Cesena sono state accolte 396 operazioni di finanziamento (10,3% del totale regionale); l’importo finanziato complessivo ammonta a 79 milioni di euro mentre l’importo finanziato medio risulta di 199mila euro (217mila euro in Emilia-Romagna, 185mila euro in Italia). Rispetto al 1° trimestre 2022 (periodo ancora coperto dalle misure emergenziali pandemiche) si rileva una flessione delle domande pervenute del 43,6% (702 operazioni). Nel complesso, l’anno 2022, rispetto al 2021, è stato caratterizzato da una minore domanda di credito, assistita da tale garanzie, sostanzialmente dovuto alla fine del periodo emergenziale e delle relative misure di sostegno (durate da marzo 2020 a giugno 2022); nello specifico, nel 2022 si riscontrano 2.022 domande pervenute, contro le 7.866 del 2021, con una diminuzione tendenziale del 74,3%.

In tale contesto si inserisce la crescita dell’inflazione sul territorio, misurata dall’indice ISTAT NIC (prezzi al consumo per l’intera collettività); sulla base di tale indice, la variazione tendenziale media per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena) nel periodo gennaio-giugno 2023 è stata pari a +8,1% (Emilia-Romagna: +7,8%, Italia: +8,1%), con un trend comunque in discesa da inizio anno (con l’eccezione della ripresa di aprile). Infatti, a conferma, gennaio, da una parte (+10,7%), e giugno, dall’altra (+6,2%), rappresentano i mesi con l’incremento, rispettivamente, più alto e più basso del primo semestre. Il maggior aumento annuo dei prezzi (periodo gennaio-giugno 2023) riguarda la voce “energia elettrica, gas e altri combustibili” (+25,4%), in forte rallentamento (da +64,7% di gennaio a +5,1% di giugno).

In base alle ultime previsioni Prometeia (rilasciate a luglio), a fronte di un 2022 archiviato con un incremento tendenziale del 4,6%, per il 2023 si stima una crescita annua del valore aggiunto (a prezzi base e costanti) pari allo 0,7% (+1,2% Emilia-Romagna, +1,2% Italia), in lieve calo rispetto a quanto previsto negli scenari precedenti (+0,8%, aprile scorso). Tra le due stime (luglio e aprile) si registrano delle differenze sia in termini positivi, come nel caso delle costruzioni (+5,8%, rispetto al +2,2% stimato in precedenza) e dei servizi (+2,0% rispetto al +1,0% precedente), sia, soprattutto, in termini negativi, come in agricoltura (anche per “l’effetto alluvione”) (-5,2%, rispetto al -0,5% precedente) e sia nell’industria (-3,3%, rispetto al +0,2% precedente). Per il 2024 si conferma l’aumento del valore aggiunto che, sulla base delle ultime stime, dovrebbe segnare una variazione annua sempre del +0,7% (+0,7% anche in Emilia-Romagna e +0,6% in Italia).

Sintesi dei dati aggiornati sull’economia della provincia di Rimini

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 30/06/2023, è costituito da 34.686 imprese attive (sedi), in calo rispetto al 30/06/2022 (-1,6%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 103 imprese attive ogni mille abitanti (89 in Emilia-Romagna, 87 in Italia). La metà delle imprese attive (il 50,3% per l’esattezza) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 24,1% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, ben il 94,2% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti.

In diminuzione anche il numero delle imprese artigiane (9.587 al 30/06/2023, -2,9% sullo stesso periodo dell’anno precedente), così come il numero delle imprese cooperative (276 al 30/06/2023, -0,7% annuo).

Le start-up innovative a fine giugno 2023 risultano 95 (-7,8% annuo); la maggior parte delle stesse (65 unità) opera nel macrosettore dei Servizi.

Riguardo ai principali settori, al 30/06/2023 si contano 2.381 imprese agricole attive, in diminuzione rispetto al medesimo periodo del 2022 (-4,4%); stesso trend per le imprese attive del comparto pesca e acquacoltura (186 unità, -1,1%). Nel mercato ittico all’ingrosso di Rimini, nel periodo gennaio-giugno 2023, si rileva un aumento delle quantità commercializzate (+9,9% sui primi sei mesi del 2022) ed una crescita del valore del pescato (+9,2%), che risulta pari a 5,1 milioni di euro.

I dati relativi all’industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna (rivolta a imprese con più di 9 addetti), al primo trimestre 2023, confermano i segnali positivi per produzione (+11,8% sul primo trimestre 2022), fatturato (+16,3%), ordini interni (+9,6%) ed esteri (+19,8%); positivo, poi, per tutte le variabili di analisi, il trend medio degli ultimi 12 mesi (+11,8% e +18,9% i dati medi, rispettivamente, della produzione e del fatturato). La ripresa della produzione (sui 12 mesi) investe tutti i comparti, con i maggiori incrementi che riguardano l’alimentare (+16,8%), la meccanica (+14,2%) e abbigliamento e accessori (+12,6%). In tale contesto si inserisce la crescita della dinamica occupazionale degli ultimi 12 mesi (+7,4%). In merito, infine, alla struttura produttiva, si rileva una riduzione della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 30/06/2023 (-2,4%, 2.469 unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel settore edile (5.082 unità a fine giugno 2023) si riscontra una flessione annua del numero di imprese attive (-4,2%); in aumento, invece, il volume d’affari nel primo trimestre dell’anno, sostenuto dagli incentivi statali e dal driver turismo: +3,3% rispetto all’analogo periodo del 2022 (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Per ciò che concerne il commercio al dettaglio, le vendite nel primo trimestre 2023, in termini tendenziali, risultano in aumento (+1,4%), grazie al comparto non alimentare (+1,6%), mentre risulta in calo quello alimentare (-2,3%); riguardo alla dimensione, si riscontrano numeri positivi per tutte le tipologie, con un incremento maggiore per la piccola distribuzione (+2,5%) rispetto a quella media e grande (rispettivamente, +0,2% e +0,4%). In termini di numerosità, le imprese attive del commercio al dettaglio (4.684 unità al 30/06/2023) risultano in calo (-3,7% annuo), così come la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (ingrosso, dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta, al 30/06/2023, 8.449 imprese (-2,6% rispetto al 30/06/2022).

Nel primo trimestre 2023 crescono le esportazioni in provincia di Rimini (pari a 700 milioni di euro): +8,4% rispetto ai primi tre mesi del 2022, superiore alla variazione regionale (+4,5%) ma inferiore a quella nazionale (+9,8%). Riguardo ai principali prodotti, aumentano le esportazioni delle macchine utensili e per la formatura dei metalli (+29,6%, 18,5% del totale), degli articoli di abbigliamento (+23,3%, 18,2%), delle altre macchine di impiego generale (forni, caldaie, condizionatori, macchine e distributori automatiche/ci) (+9,4%, 7,6% del totale), degli altri prodotti alimentari (zucchero, cacao, condimenti vari, pasti pronti, preparati omogeneizzati, alimenti dietetici) (+13,7%, 4,2%) e degli elementi da costruzione in metallo (+23,7%, 4,0%); diminuiscono, invece, le esportazioni delle navi e imbarcazioni (-14,9%, 5,3%) e degli apparecchi per uso domestico (-1,2%, 4,4%). In crescita l’export nei due principali Paesi, rappresentati da Stati Uniti (+8,8%, 13,2% del totale) e Francia (+7,5%, 9,0%), mentre cala sia in Germania
(-4,0%, 7,8%) sia nel Regno Unito (-4,1%, 6,4%). Positivo il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni) fatto registrare nei primi tre mesi dell’anno: +316 milioni di euro (+10,3% rispetto al saldo gennaio-marzo 2022).

Riguardo al turismo, le imprese attive dei servizi di alloggio e ristorazione (4.736 unità al 30/06/2023) risultano in diminuzione rispetto al 30/06/2022 (-1,0%). Positivi, invece, i dati provvisori relativi al movimento turistico che, nel periodo gennaio-giugno 2023, registrano una crescita annua degli arrivi del 5,3% (1.399.642 unità) e delle presenze dell’1,5% (4.542.670 unità). Gli aumenti, rispetto ai primi sei mesi del 2022, interessano sia la clientela italiana, in termini di arrivi, sia quella straniera. Nel dettaglio: +2,7% gli arrivi italiani e -0,9% le presenze nazionali, +19,0% gli arrivi stranieri e +10,7% le presenze estere. In tale contesto, il primo mese della stagione estiva, ovvero giugno, si chiude con numeri negativi (-7,0% di arrivi e -5,8% di presenze). In crescita, nel primo trimestre di quest’anno, il fatturato dell’intero settore (+11,8% rispetto al primo trimestre 2022, come risulta da indagine congiunturale Unioncamere E-R).

Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” risultano in calo annuo del 7,8% (518 unità al 30/06/2023), analogamente alla dinamica del settore principale, trasporti e magazzinaggio (887 unità, -4,9%). Positivi invece, nel periodo gennaio-giugno 2023, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto Fellini di Rimini: +42,4% di arrivi (52.157 unità) e +45,5% di partenze (50.400 unità).

I dati ISTAT Forze di lavoro relativi al 2022 (media annuale), rilevano per la provincia di Rimini:

- un tasso di attività 15-64 anni (69,9%) inferiore al dato regionale (73,5%) e superiore alla media nazionale (65,5%);

- un tasso di occupazione 15-64 anni (65,2%) inferiore al dato regionale (69,7%) e maggiore di quello nazionale (60,1%);

- un tasso di disoccupazione 15 anni e più (6,5%) superiore alla media regionale (5,0%) e minore del dato nazionale (8,1%);

- un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (25,5%) maggiore di quello dell’Emilia-Romagna (17,3%) e dell’Italia (23,7%).

In crescita le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-giugno 2023 (2,1 milioni di ore): +17,3%, infatti, rispetto ai primi sei mesi del 2022. Nello specifico, aumenta sia la CIG ordinaria (+17,0%), che costituisce la maggioranza delle ore autorizzate (73,9%), sia quella straordinaria (+87,3%, 26,1% del totale) mentre si azzera la CIG in deroga. A livello settoriale, le ore autorizzate si concentrano in netta prevalenza nel manifatturiero (90,8% del totale, +29,9%), e, a seguire, ben distanziata, nelle costruzioni (5,0%, +38,2%).

Positivo il saldo attivazioni-cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente nel 1° trimestre 2023, grazie soprattutto all’aumento delle posizioni nel Commercio, nell’Alloggio e ristorazione e negli Altri servizi e da quelle derivanti sia dal lavoro a tempo indeterminato sia da quello a tempo determinato e apprendistato: nel dettaglio, +1.439 unità (differenza tra 23.711 attivazioni e 22.272 cessazioni).

Rimanendo in tema di lavoro, un cenno alle dimissioni volontarie, che nel riminese, nei primi tre mesi dell’anno, hanno caratterizzato 2.831 rapporti di lavoro dipendente; nello specifico, queste costituiscono il 20,0% del totale delle cessazioni e risultano in diminuzione rispetto al primo trimestre 2022 (-6,1%).

Come sostegno economico di contrasto alla povertà, nel periodo gennaio-giugno 2023 sono 3.053 i nuclei familiari che hanno percepito almeno una mensilità del reddito di cittadinanza, con un importo medio mensile di 502 euro (+3,0% sull’importo medio mensile 2022); 610 nuclei familiari hanno percepito, invece, la pensione di cittadinanza, con un importo medio mensile di 298 euro (+6,0% sull’importo medio mensile 2022).

Riguardo all’andamento del credito, al 31/03/2023 i prestiti totali ammontano a 8.744 milioni di euro, di cui il 56,6% erogato alle imprese. Rispetto al 31 marzo 2022 si registra una lieve diminuzione, pari allo 0,2%, dei prestiti concessi; nel dettaglio, calano i prestiti alle imprese del 2,2% mentre aumentano quelli alle famiglie del 2,9%. Riguardo ai prestiti alle imprese, risultano in flessione quelli verso il manifatturiero (-8,6%), le costruzioni (-1,9%) e il macrosettore dei servizi (-1,0%). Si evidenzia, poi, il decremento annuo dei depositi (-4,8%, 10.642 milioni di euro al 31 marzo 2023). L’incidenza delle sofferenze sui prestiti totali, al primo trimestre 2023, risulta pari all’1,8% (Emilia-Romagna e Italia: 1,3%), con un trend in progressivo calo; migliora anche il tasso di deterioramento del credito rilevato in provincia a fine marzo 2023 (1,2%), rispetto a quello fatto segnare nello stesso periodo dell’anno precedente (1,6%).

In relazione al Fondo di Garanzia per le PMI, tra gennaio e marzo 2023 in provincia di Rimini sono state accolte 285 operazioni di finanziamento (7,4% del totale regionale); l’importo finanziato complessivo ammonta a 45 milioni di euro mentre l’importo finanziato medio risulta di 156mila euro (217mila euro in Emilia-Romagna, 185mila euro in Italia). Rispetto al 1° trimestre 2022 (periodo ancora coperto dalle misure emergenziali pandemiche) si rileva una flessione delle domande pervenute del 54,8% (630 operazioni). Nel complesso, l’anno 2022, rispetto al 2021, è stato caratterizzato da una minore domanda di credito, assistita da tale garanzie, sostanzialmente dovuto alla fine del periodo emergenziale e delle relative misure di sostegno (durate da marzo 2020 a giugno 2022); nello specifico, nel 2022 si riscontrano 1.671 domande pervenute, contro le 8.607 del 2021, con una diminuzione tendenziale dell’80,6%.

In tale contesto si inserisce la crescita dell’inflazione sul territorio, misurata dall’indice ISTAT NIC (prezzi al consumo per l’intera collettività); sulla base di tale indice, la variazione tendenziale media per il capoluogo di Rimini (estendibile all’intera provincia) nel periodo gennaio-giugno 2023 è stata pari a +7,7% (Emilia-Romagna: +7,8%, Italia: +8,1%), con un trend comunque in discesa da inizio anno (con l’eccezione della ripresa di aprile). Infatti, a conferma, gennaio, da una parte (+9,7%), e giugno, dall’altra (+6,4%), rappresentano i mesi con l’incremento, rispettivamente, più alto e più basso del primo semestre. Il maggior aumento annuo dei prezzi (periodo gennaio-giugno 2023) riguarda la voce “energia elettrica, gas e altri combustibili” (+26,1%), in forte rallentamento (da +66,6% di gennaio a +4,6% di giugno).

In base alle ultime previsioni Prometeia (rilasciate a luglio), a fronte di un 2022 archiviato con un incremento del 4,7%, per il 2023 si stima una crescita annua del valore aggiunto (a prezzi base e costanti) pari all’1,1% (+1,2% Emilia-Romagna, +1,2% Italia), migliore di quanto previsto negli scenari precedenti (+0,7%, aprile scorso). Tale differenza tra le due stime (luglio e aprile) è il risultato delle differenze stimate a livello settoriale, sia in termini positivi, come nel caso delle costruzioni (+4,7%, rispetto al +1,1% stimato in precedenza) e dei servizi (+1,8%, rispetto al +0,9% precedente), sia, soprattutto, in termini negativi, come in agricoltura (“effetto alluvione”) (-4,6%, rispetto al +1,2% precedente) e per l’industria (-3,8% rispetto al -0,7% precedente). Per il 2024 si conferma l’aumento del valore aggiunto totale che, sulla base delle ultime stime, migliora rispetto alla previsione precedente (+0,7%) con una variazione annua del +0,7% (+0,7% anche in Emilia-Romagna e +0,6% in Italia).

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[Comunicato stampa n. 60 del 9 agosto 2023]


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