Rapporto economia: Dinamiche, scenari e strategie per la Romagna - Forli-Cesena
Si è tenuto a Forlì, mercoledì 27 marzo 2019, l’annuale presentazione del “Rapporto sull’Economia 2018 e scenari” elaborato dall’ufficio Statistica e Studi della Camera di commercio della Romagna. Il 2018 e lo scenario di breve periodo, pur con alcune criticità, fanno rilevare una tendenza positiva per la provincia di Forlì-Cesena. Le previsioni Prometeia relative al valore aggiunto (in termini reali) prodotto nel territorio provinciale nel 2018 stimano una crescita annua del +1,4%, superiore al dato regionale e nazionale
La Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini ha presentato, mercoledì 27 marzo 2019, nella sede camerale di Forlì, il “Rapporto sull’Economia 2018 e scenari”, documento di analisi economica realizzato dall’ufficio Studi dell’Ente.
“L’anno appena trascorso si è chiuso con risultati complessivamente positivi per l’area Romagna, ma lo scenario generale per il 2019 appare complesso sia per l’elevata incertezza internazionale sia per i nodi irrisolti nel nostro Sistema Paese - ha dichiarato Fabrizio Moretti, Presidente dell’Ente camerale -. Analizzando il contesto locale, per l’area forlivese è strategico riappropriarsi di un rapporto di fiducia: il rating dell’area è complessivamente migliorato negli ultimi anni, Forlì è diventata “città della cultura” e dei grandi servizi (università e sanità) e grandi player e imprese investono nel territorio valorizzando le competenze che lo contraddistinguono. Il territorio cesenate può contare su grandi imprese driver posizionate in settori anticiclici capaci di intercettare trend distintivi attraverso l’innovazione, prime fra tutte le imprese dell’agroalimentare, ma non solo.”
“Per cogliere le principali opportunità per la Romagna nel prossimo futuro – ha proseguito Fabrizio Moretti – è necessario lavorare insieme come “Sistema” per sviluppare: l’Innovazione sociale a supporto dei servizi ai singoli e alle famiglie valorizzando il terzo settore e le attitudini relazionali distintive del nostro territorio (welfare di comunità e aziendale, reti integrate dei servizi per l’occupabilità dei giovani e per il well aging per gli anziani); la cultura e l’identità (come driver di sviluppo economico e sociale); l’Innovazione per le imprese (Imprese 4.0); le Specializzazioni e le competenze (valorizzare i fattori distintivi è cruciale); le Infrastrutture materiali e immateriali (per l’attrattività e la competitività).”
Dalle analisi realizzate emerge che il sistema produttivo del territorio Romagna, nonostante permangano aree di criticità, sta realizzando performance sempre più diffusamente positive. I dati aggiornati rilevano in sintesi:
· valore aggiunto in crescita, prevalentemente generato nel settore dei servizi e nel commercio;
· base imprenditoriale in lieve flessione, localizzazioni stabili;
· aumento delle imprese straniere;
· indicatori del mercato del lavoro migliori del dato nazionale;
· performance delle esportazioni superiore al dato nazionale e in linea con il trend regionale;
· buono il posizionamento nelle classifiche tematiche dello sviluppo sostenibile territoriale e della responsabilità sociale d’impresa;
· previsioni di crescita del valore aggiunto (2019 e 2020) superiori al dato nazionale.
La presentazione del rapporto, realizzata con il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, è stata un’occasione concreta per delineare scenari e strategie per la Romagna e per ascoltare e confrontarsi su esperienze di rilievo nazionale e internazionale.
All’introduzione di Fabrizio Moretti, presidente della Camera di commercio, sul sistema territoriale e focus sulla provincia di Forlì-Cesena, sono seguiti alcuni interventi di approfondimento.
Guido Caselli, responsabile area studi Unioncamere Emilia-Romagna, ha guidato i presenti “In viaggio verso il “non ancora inventato”. Rivoluzione digitale, sviluppo locale”.
Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, ha affrontato il tema “Sviluppo e paura: miti del rancore, miti della crescita e immaginario collettivo per lo sviluppo”.
Ha moderato l’incontro Pietro Caruso, direttore di Romagna Web TV
Il Rapporto completo, le sezioni relative ai territori di Forlì-Cesena e di Rimini e i materiali della presentazione saranno pubblicati giovedì 28 marzo 2019 (dopo le ore 11.00) nel sito della Camera di commercio all’indirizzo www.romagna.camcom.it.
Il quadro economico del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini)
Al 30 settembre 2018 la popolazione residente totale nel territorio Romagna è pari a 733.212 persone (fonte: ISTAT dati provvisori), +0,23% rispetto al 31/12/2017. Gli stranieri residenti nel territorio Romagna, al 31/12/2017, sono 78.686, pari al 10,8% della popolazione totale, incidenza inferiore a quella regionale (12,0%), ma superiore a quella nazionale (8,5%). I principali Paesi di provenienza sono: Romania (con il 17,6% dei residenti stranieri), Albania (17,0%), Marocco (9,4%), Ucraina (8,9%) e Cina (7,2%).. I principali Paesi di provenienza sono: Romania (con il 17,6% dei residenti stranieri), Albania (17,0%), Marocco (9,4%), Ucraina (8,9%) e Cina (7,2%).
Il territorio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini è caratterizzato da una realtà imprenditoriale articolata, intraprendente e dinamica che occupa un posto di rilievo nel tessuto produttivo regionale e nazionale. Le elaborazioni su dati Infocamere al 31/12/2018 riportano 99.687 localizzazioni (sedi e unità locali) registrate (di cui 88.503 attive); le imprese registrate (sedi) sono 81.804 (di cui 71.225 attive). Le localizzazioni attive sono stabili (+0,1%) rispetto al 31/12/2017, mentre si rileva una lieve flessione delle imprese attive (-0,3%).
Il territorio Romagna si caratterizza per una diffusa imprenditorialità con 97 imprese attive ogni mille abitanti (Emilia-Romagna 90, Italia 85).
Nel sistema imprenditoriale di riferimento della Camera di commercio della Romagna, accanto a realtà imprenditoriali di rilievo internazionale, opera un numero elevato di piccole e medie imprese (il 92,8% delle imprese ha meno di 10 addetti) che svolgono un ruolo significativo nella creazione del valore. La maggioranza delle imprese attive (il 55,6%) sono ditte individuali; le società di capitale sono il18,6% del totale e risultano in crescita del 4,0%.
Il 30,3% delle imprese è artigiana (31,4% in regionale e 25,2% in Italia), in flessione dello 0,9%. Le cooperative sono 815, in flessione del 2,5% sul dato 2017.
Tra i settori di attività economica maggiormente significativi in termini di numerosità di imprese, il commercio, che costituisce il 23,9% delle imprese attive, registra una flessione dell’1,0%. In diminuzione le imprese delle costruzioni (-0,9%), settore profondamente segnato anche da una crisi strutturale a livello nazionale, che rappresentano il 14,6% del totale. Le imprese del settore agricolo, comparto caratterizzato da dinamiche e specificità particolari, che rappresentano il 12,7% delle imprese attive totali, sono diminuite dell’1,4%. Il calo del settore manifatturiero, che rappresenta l’8,7% delle imprese, si attesta sullo 0,7%, mentre un aumento consistente (+1,0%) si rileva nelle “altre attività di servizi” (4,6% del totale). Stabili le imprese del settore “alloggio e ristorazione” (10,5% sul totale) e attività immobiliari (7,7% l’incidenza). Prosegue la riduzione (-2,3%) delle imprese che svolgono “Trasporto e magazzinaggio” (3,3% del totale). Segnali positivi in termini di crescita provengono, invece, da attività economiche con incidenze minori ma, per alcuni aspetti, maggiormente innovative: aumentano infatti le imprese in “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, il “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”, le “Attività finanziarie e assicurative” e i “Servizi di informazione e comunicazione”.
I principali indicatori del mercato del lavoro riportano i seguenti risultati nel 2018:
· tasso di attività (15-64 anni) è pari al 73,2%, inferiore al dato regionale (74,0%) ma superiore a quello italiano (65,6%);
· tasso di occupazione (15-64 anni) (68,3%) risulta inferiore al dato medio regionale (69,6%) ma superiore a quello nazionale (58,5%);
· tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) pari al 6,4%, superiore a quello regionale (5,9%) e sostanzialmente migliore del dato nazionale (10,6%).
Nel periodo gennaio-dicembre 2018, le esportazioni del territorio Romagna sono state pari a 6,2 miliardi di euro e sono cresciute del 5,2% rispetto al medesimo periodo del 2017. La crescita dell’export risulta allineata al dato regionale (+5,7%) e superiore a quello nazionale (+3,1%). Il settore dei macchinari costituisce poco più di un quinto (il 20,9%) delle esportazioni totali del territorio Romagna, con una variazione positiva del +7,2%. Segue il settore “tessile, abbigliamento, pelli e accessori” (+0,3% rispetto al 2017, incidenza del 19,5%), le altre attività manifatturiere (+9,1%, incidenza del 10,9%), i metalli e prodotti in metallo (+16,1%, incidenza del 10,8%), e i prodotti alimentari (+7,0%, incidenza del 7,5%).
I principali Paesi di destinazione delle esportazioni del territorio Romagna, in ordine decrescente di incidenza sono Francia (11,2%), Germania (10,2%), Stati Uniti (8,8%), Regno Unito (7,1%) e Spagna (4,2%).
Secondo i principali indicatori di output S3 (Smart Specialization Strategy) riguardanti le politiche e le azioni di innovazione nel periodo 2014-2018, nell’area Romagna sono stati finanziati 543 progetti (393 a Forlì-Cesena, 150 a Rimini) per un totale di 457 imprese finanziate e 65 imprese coinvolte, ed erogati 35 finanziamenti a laboratori di ricerca, con 46 contratti; 15 sono state le nuove imprese create, 19 i brevetti generati dai progetti, 135 milioni di euro gli investimenti effettuati, 74 milioni di euro i contributi e 340 i ricercatori coinvolti.
Le start-up innovative con sede nel territorio Romagna (rilevate al 4/2/2019) sono 179, pari al 20,1% del totale regionale; in termini di variazione annua, l'aggregato territoriale registra una crescita del 12,6%.
Nell’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) le aziende certificate SA8000, certificazione di responsabilità sociale d’impresa, nel 2018 sono 24 (il 17,0% a livello regionale). Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Osservatorio GreenER (ERVET), a fine 2018 hanno sede 957 imprese green (il 17,5% del totale regionale); nel settore Agroalimentare si concentra circa la metà delle relative imprese (477 unità, 49,8%), a cui seguono i settori: Mobilità (115 unità, 12,0%), Energia rinnovabile ed efficienza energetica (78 unità, 8,2%) e Ciclo rifiuti (77 unità, 8,0%).
Le due province che costituiscono il territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) presentano buoni posizionamenti in merito a variabili sociali, strutturali ed economiche di carattere multidimensionale che confluiscono nel variegato concetto di sviluppo sostenibile. Nella classifica SmartCity (ForumPA 2018), su 107 comuni, le città capoluogo del territorio Romagna si collocano rispettivamente al 24° posto (Forlì) e al 30° (Rimini), mentre Cesena si piazza al 27°. Anche lo standing delle due province in termini di qualità della vita si conferma buono: secondo l’indagine de Il Sole 24 Ore, redatta su 107 province, nel 2018 Forlì-Cesena risulta al 25° posto, Rimini si colloca al 20° posto.
Il quadro economico della provincia di Forlì-Cesena (sintesi e rinvio)
Il 2018 e lo scenario di breve periodo, pur con alcune criticità, fanno rilevare una tendenza positiva per il territorio forlivese e cesenate. La PLV agricola è in aumento, nonostante le problematiche rilevate per la frutticoltura estiva; buona la dinamica della PLV del comparto avicolo e delle uova.
La produzione industriale si conferma in crescita nei principali comparti del settore manifatturiero e nelle imprese maggiormente strutturate, consolidando le performance dello scorso anno. Alcuni segnali congiunturali positivi anche dal settore delle costruzioni, seppur da contestualizzare in un quadro operativo fortemente ridimensionato.
Le vendite nel commercio al dettaglio risultano stazionarie ma permangono le difficoltà dei piccoli esercenti. La stagione turistica è stata positiva e la base imprenditoriale stabile.
In calo i prestiti alle imprese ma permane elevata l’intensità dei prestiti per abitante; il livello delle sofferenze rimane superiore alla media nazionale e regionale, sebbene in ridimensionamento rispetto al 2017.
Le previsioni Prometeia relative al valore aggiunto (in termini reali) prodotto nel territorio provinciale nel 2018 stimano una crescita annua del +1,4%, superiore al dato regionale e nazionale. Per il 2019 il trend appare in rallentamento (+0,8%) e in ripresa nel 2020 (+1,1%).
L’analisi delle principali tematiche economiche del territorio di Forlì-Cesena e dei relativi settori di attività economica sarà oggetto di futuri comunicati stampa monografici.
Principali variabili dell’economia provinciale (nella sezione file utili)
[Comunicato Stampa n. 21 del 27 marzo 2019]