Comunicato stampa

Comunicato 75_2018 Economia Romagna: i dati preconsuntivi 2018

Presentati i dati preconsuntivi del 2018 elaborati dall'Osservatorio Economico della Camera di commercio della Romagna, arricchiti da focus specifici per le province di Forlì-Cesena e di Rimini: nonostante la complessità dello scenario e alcune criticità, il territorio ha fatto rilevare per alcuni settori risultati ancora positivi. Un generale rallentamento dovuto al contesto generale è previsto però per il 2019.

 

Rimini, 18 dicembre 2018 – Lo scenario generale di fine 2018 è contrassegnato da un’economia globale più debole rispetto alle aspettative espresse ad inizio anno dagli organismi di previsione internazionali.

L’Unione monetaria europea (UEM) sta rallentando più delle attese e, per la prima volta dal 2015, nel terzo trimestre la Germania ha registrato una contrazione del PIL.

In questo contesto l’Italia attraversa una fase di incertezza e le stime sul PIL italiano delineano un quadro nel quale la ripresa ha perso slancio.

Secondo i dati dell’Osservatorio economico camerale, elaborati dall’Ufficio Statistica e Studi, il sistema produttivo di riferimento della Camera della Romagna - Forlì-Cesena e Rimini, nonostante la complessità dello scenario e il moltiplicarsi delle aree di incertezza, nel 2018, pur con aree di criticità, ha confermato per alcuni dei principali settori risultati ancora positivi. Previsto però per il 2019 un rallentamento.

Premesso che la lunga e difficile crisi degli ultimi anni nel nostro Sistema Paese ha determinato una polarizzazione delle performance tra imprese e tra settori, fra gli elementi positivi rilevati vi sono l’aumento delle società di capitale, delle start up innovative e delle esportazioni oltre alla conferma di un buon posizionamento a livello nazionale in termini di valore aggiunto procapite. Tra gli aspetti maggiormente critici vanno evidenziate, invece, la dinamica del credito alle imprese e l’incidenza delle sofferenze bancarie. Anche il mercato del lavoro pur posizionandosi su livelli decisamente migliori della media nazionale, risente di alcuni gap rispetto alla media regionale sia in termini strutturali sia congiunturali.

In sintesi, complessivamente per il territorio Romagna, le previsioni Prometeia per l’anno in corso, elaborate ad ottobre, attestano una crescita del valore aggiunto pari all'1,3% in ridimensionamento al 1,2% nel 2019.

 

“In uno scenario nel quale i principali centri di previsione rilevano un peggioramento del contesto economico - ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio, Fabrizio Moretti - il nostro tessuto produttivo è fortemente impegnato a lavorare per la crescita.

Dalla sua costituzione, la Camera di commercio della Romagna ha supportato e affiancato questo sforzo svolgendo per il proprio territorio di riferimento un ruolo di vero e proprio driver per lo sviluppo mettendo in campo azioni mirate e risorse (nel triennio 2017-2019 sono finanziate iniziative per circa 9 milioni di euro). Le parole chiave di queste strategie finalizzate a promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva sono ben individuate nel programma pluriennale che il Consiglio camerale ha adottato per il mandato 2016-2021 e vanno dalle infrastrutture all’innovazione e alla digitalizzazione; dall’attrattività territoriale allo sviluppo sostenibile. Comprendono i servizi per sostenere la nascita e la competitività delle imprese, anche attraverso la creazione di startup, e per favorire il percorso scuola-lavoro; servizi per favorire l’internazionalizzazione, la finanza d’impresa e l’accesso a fonti di finanziamento, nonché la trasparenza e la regolazione e tutela del mercato.”

I dati aggiornati del territorio “Romagna – Forlì-Cesena e Rimini”

La circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna (nata dall’accorpamento delle Camere di Forlì-Cesena e di Rimini), al 31/12/2017 ha una superficie di oltre 3.240 kmq, 55 Comuni e 731 mila abitanti (di cui il 10,8% stranieri). Nel 2017 la stima del valore aggiunto (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è stata pari a 20,2 miliardi di euro, mentre il valore aggiunto pro capite è di 27.648 euro.

Al 30 settembre 2018 sono presenti 88.845 localizzazioni attive (sedi e unità locali) di cui 71.545 sedi di impresa attive; l’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 98 imprese attive ogni mille abitanti (91 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). Al 31 ottobre 2018 i principali settori di attività economica del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono quelli dei Servizi (25,8% del totale delle imprese attive), il Commercio (23,9%), le Costruzioni (14,6%), Agricoltura e pesca (12,7%), il Turismo (10,5%) e la Manifattura (8,7%).

I numeri delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente, caratterizzata da importanti specializzazioni e filiere: un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un solido posizionamento nel settore primario (agricoltura e pesca) e secondario (manifattura) si affianca il ruolo di rilievo del terziario tradizionale (commercio, turismo) e di quello sempre più promettente del terziario avanzato e dei “grandi servizi” (cultura, università, sanità).

Le previsioni di crescita del valore aggiunto (Prometeia, ottobre 2018) per il 2018 e il 2019 sono pari, rispettivamente, a +1,3% e +1,2%, lievemente inferiori ai dati regionali (2018: +1,5%; 2019: +1,3%) ma superiori ai dati nazionali (+1,0% sia per il 2018 che per il 2019).

Focus : i dati aggiornati sull’economia della provincia di Rimini

I dati di preconsuntivo 2018 confermano, nel complesso, un andamento ancora in terreno positivo dei settori produttivi importanti dell’economia provinciale. Stabili le imprese attive, in crescita la performance del comparto manifatturiero, lieve ripresa del volume d’affari del settore edile (dopo però anni di forte crisi), deciso incremento dell’export, riduzione delle ore di Cassa integrazione e buon andamento dei flussi turistici. Tra le note negative vanno sottolineate le difficoltà del commercio al dettaglio (soprattutto negli esercizi della piccola e media distribuzione), il livello ancora alto della disoccupazione e l’elevata incidenza delle sofferenze bancarie. In crescita, invece, i prestiti alle imprese.

Le prospettive per il 2018 e 2019, secondo gli scenari di previsione predisposti da Prometeia (aggiornati ad ottobre), stimano una crescita del valore aggiunto provinciale pari all’1,3% per il 2018 e all’1,2% per il 2019.

Da rilevare inoltre diffusi problemi di redditività in tutti i comparti e polarizzazione delle performance tra le imprese e tra i settori.

I dati in dettaglio

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 31 ottobre 2018, è costituito da 34.406 imprese attive (sedi), stabili rispetto al medesimo periodo del 2017 (+0,1%); l’imprenditorialità è molto diffusa: 102 imprese attive ogni mille abitanti (91 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). Tra i principali settori, si segnalano in aumento le Attività immobiliari, le Attività professionali e tecniche e, soprattutto, i Servizi alle imprese; in diminuzione, invece, risultano: Commercio, Costruzioni, Manifatturiero e Agricoltura. Stabili i Servizi di alloggio e ristorazione.

Più della metà (il 53,1% del totale delle imprese attive) sono imprese individuali, mentre le società di capitali, pari al 19,7% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, il 92,5% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da imprese con meno di 10 addetti (micro-imprese).

Le start up innovative al 03/12/2018 sono 109, in crescita rispetto a dicembre 2017 (+7,9%).

In flessione il numero delle imprese artigiane (9.668 unità al 30/09/2018; -0,6% rispetto allo stesso periodo del 2017), così come decresce, in misura più netta, il numero delle imprese cooperative (298 unità al 31/10/2018; -3,6% annuo).

Riguardo ai principali settori, al 31 ottobre 2018 si contano 2.511 imprese agricole attive, in diminuzione dello 0,9% rispetto al medesimo periodo del 2017. In flessione anche le imprese del comparto Pesca e acquacoltura (-2,8%). Nel periodo gennaio-settembre 2018, nel mercato ittico di Rimini, si rileva una flessione delle quantità commercializzate
(-3,6% sul medesimo periodo del 2017) e un incremento del prezzo medio (+5,9%). Il valore del pescato commercializzato nei primi 9 mesi dell’anno è pari a 7 milioni di euro (+2,1% rispetto al medesimo periodo del 2017).

I dati relativi all’indagine congiunturale Unioncamere Emilia-Romagna, al 3° trimestre 2018, mostrano performance rilevanti per tutti gli indicatori dell’industria manifatturiera (produzione +6,8% rispetto al medesimo trimestre del 2017, fatturato +8,7%, ordinativi +1,0%), con aspettative per il quarto trimestre orientate principalmente alla stabilità. Dal punto di vista strutturale, al 31/10/2018, si rileva una lieve diminuzione tendenziale (-0,4%) della consistenza delle imprese manifatturiere attive, che si attestano sulle 2.588 unità.

Per il settore delle costruzioni, continua la flessione nel numero delle imprese attive: al 31/10/2018 sono 4.876 (-0,5% rispetto al 31/10/2017). In aumento, invece, il volume d’affari del settore: +0,7% nel 3° trimestre del 2018, rispetto ad analogo periodo del 2017, con aspettative di stabilità per il quarto trimestre (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Riguardo al commercio al dettaglio, le vendite nel 3° trimestre 2018, rispetto al medesimo periodo del 2017, continuano ad essere in diminuzione (-1,9%); le performance sono differenti per i vari comparti (alimentare: -3,4%, non alimentare: -1,8%, supermercati/iper: +0,9%) e per dimensione (piccola distribuzione: -3,2%, media distribuzione: -1,3%, grande distribuzione: +1,4%). In termini di numerosità, poi, risultano in calo le imprese attive del commercio al dettaglio (5.074 aziende al 31/10/18, -1,5%). Diminuisce, inoltre, anche la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni autoveicoli) che, al 31/10/2018, risultano essere 8.879 (-0,9% rispetto al 31/10/17).

Decisamente positiva la variazione dell’export provinciale nei primi nove mesi del 2018: +8,0% rispetto ad analogo periodo 2017, superiore alla media sia regionale (+5,2%) che nazionale (+3,1%). La dinamica dell’export è stata determinata dal positivo andamento delle principali classi merceologiche: tessile-abbigliamento-calzature (+0,8%, pari al 30,0% dell’export provinciale), macchinari (+11,8%), prodotti alimentari (+10,8%), prodotti in metallo (+31,8%) e apparecchi elettrici (+3,7%); in lieve calo, invece, navi e imbarcazioni
(-0,4%). Le esportazioni verso i Paesi della UE (che incidono per il 54,4% del totale delle esportazioni provinciali totali) crescono del 12,2%, grazie soprattutto al contributo di Francia (+11,3%), Germania (+10,2%) e Regno Unito (+31,8%); buone anche le performance dell’America Settentrionale (+8,9%), grazie soprattutto agli Stati Uniti (+7,5%, principale Paese di destinazione dell’export provinciale N.d.R.) e dei Paesi dell’Asia Orientale (+1,3%), mentre si riducono i flussi verso i Paesi Europei non UE (-2,8%) e il Medio Oriente (-0,5%). Le importazioni provinciali, nel complesso, registrano un incremento del 13,0%.

Le imprese attive che erogano servizi di alloggio e ristorazione (4.732 unità al 31/10/2018) risultano stabili rispetto ai dodici mesi precedenti. Nel periodo gennaio-ottobre 2018, il movimento turistico presenta dati positivi: aumentano, infatti, sia gli arrivi totali (+2,7% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno) sia le presenze complessive (+1,2%); la dinamica dei turisti italiani (+2,9% di arrivi e +1,4% di presenze) risulta migliore rispetto a quella dei turisti stranieri (+2,1% di arrivi e +0,8% di presenze). Nel dettaglio, crescono le presenze nelle strutture alberghiere (+1,4%) mentre calano quelle nelle strutture complementari (-0,5%). In calo, invece, il volume d’affari registrato dal settore nel 3° trimestre dell’anno (-1,1% rispetto al medesimo trimestre del 2017) (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Comparto dei trasporti: le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in calo annuo del 2,6% (633 unità al 31/10/18), analogamente alla dinamica del settore nel suo complesso (1.001 unità, -2,9%). Positivi, invece, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto F. Fellini: +1,6% di arrivi e +2,0% di partenze nel periodo gennaio-ottobre 2018, rispetto al medesimo intervallo del 2017.

Le elaborazioni di Unioncamere Emilia-Romagna, su dati ISTAT, delle Forze di lavoro relative al 2° trimestre 2018 rilevano per la provincia di Rimini:

- un tasso di attività (73,3%) sostanzialmente in linea col dato regionale (73,8%) e superiore alla media nazionale (65,7%);

- un tasso di occupazione 15-64 anni (66,6%) inferiore al dato regionale (69,0%) e migliore del dato nazionale (58,3%);

- un tasso di disoccupazione 15 anni e più (8,9%) superiore al dato regionale (6,4%) e migliore di quello nazionale (11,0%);

- un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (27,3%) maggiore rispetto al dato regionale (20,6%) ma più basso del dato nazionale (33,2%).

I dati “destagionalizzati” SILER, elaborati dall’Agenzia Regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna, riportano, per il 3° trimestre 2018, una diminuzione delle attivazioni di lavoro dipendente rispetto al trimestre precedente (-1,7%), accompagnata da un aumento delle cessazioni (+1,7%); il saldo occupazionale (differenza tra numero dei rapporti attivati e cessati), per il trimestre in esame, risulta essere negativo (-612 posizioni lavorative).

Relativamente al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, nel periodo gennaio-ottobre 2018, risultano autorizzate n. 876.885 ore totali, con una decisa flessione, rispetto ad analogo periodo 2017 (-65,3%); in forte calo la CIG Straordinaria (-79,3%) e quella nei principali settori (manifatturiero: -70,2%, costruzioni: -28,6%, commercio: -42,1%).

Riguardo all’andamento del credito, a settembre 2018 i prestiti bancari alle imprese risultano in crescita (+1,5% rispetto al medesimo periodo del 2017): aumentano i prestiti verso le imprese medio-grandi (+3,8%) ma calano quelli verso le piccole aziende (-3,8%). Riguardo ai macrosettori, aumentano i prestiti verso le imprese manifatturiere (+9,1%) e i servizi (+0,7%) mentre si riducono quelli verso il settore delle costruzioni (-1,7%). In crescita anche i prestiti alle famiglie (+2,3%). Le sofferenze sui prestiti totali, al secondo trimestre 2018, sono state pari al 10,87% (Emilia-Romagna: 8,38%, Italia: 6,48%). Ancora alto il ritmo di crescita delle nuove sofferenze rilevato in provincia nel terzo trimestre 2018 (+3,1%), superiore a quello regionale (+1,7%) (fonte: Banca d’Italia – Ufficio Ricerca Economica di Bologna).

Gli scenari di previsione predisposti da Prometeia e aggiornati ad ottobre, infine, stimano, per la provincia di Rimini, un aumento del valore aggiunto dell’1,3% per il 2018 (Emilia-Romagna +1,5%; Italia +1,0%) e dell’1,2% per il 2019 (Emilia-Romagna +1,3%; Italia +1,0%).

Focus: i dati aggiornati sull’economia della provincia di Forlì-Cesena

I dati di preconsuntivo 2018 confermano, nel complesso, un andamento in terreno positivo di settori produttivi importanti dell’economia provinciale. Nonostante infatti la lieve flessione nel numero di imprese attive, prosegue la crescita della produzione industriale - con valori positivi nei principali comparti del settore manifatturiero -, si registra una contenuta variazione positiva delle esportazioni nei primi nove mesi dell’anno, un’espansione tendenziale del volume d’affari delle costruzioni, una forte riduzione delle ore di CIG straordinaria e un incremento delle presenze turistiche. Tra le note negative vanno sottolineate le difficoltà del commercio al dettaglio (in particolare negli esercizi della piccola distribuzione), le problematiche strutturali del comparto agricolo, la contrazione dei prestiti alle imprese e l’alta incidenza delle sofferenze bancarie.

Le prospettive per il 2018 e 2019, secondo gli scenari di previsione predisposti da Prometeia (aggiornati ad ottobre), stimano una crescita del valore aggiunto provinciale pari all’1,3% per il 2018 e all’1,2% per il 2019.

Da rilevare inoltre diffusi problemi di redditività in tutti i comparti e polarizzazione delle performance tra le imprese e tra i settori.

 

I dati in dettaglio

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 31 ottobre 2018, è costituito da 37.086 imprese attive (sedi), in flessione dello 0,5% rispetto al medesimo periodo del 2017; l’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 94 imprese attive ogni mille abitanti (91 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). I settori maggiormente significativi in diminuzione risultano: Commercio, Agricoltura, Costruzioni e Manifatturiero; in aumento, invece, le Attività professionali e tecniche e, soprattutto, i Servizi alle imprese. Sostanzialmente stabili i Servizi di alloggio e ristorazione.

Più della metà (il 57,9%) del totale delle imprese attive sono imprese individuali, mentre le società di capitali, pari al 17,7% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, il 93,4% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da imprese con meno di 10 addetti (micro-imprese).

Le start up innovative al 03/12/2018 sono 68, in crescita rispetto a dicembre 2017 (+23,6%).

In lieve flessione il numero delle imprese artigiane (12.067 al 30/09/18; -0,4% rispetto allo stesso periodo del 2017), così come si riduce il numero delle imprese cooperative (526 al 31/10/2018; -0,4% annuo).

In merito all’andamento dei principali settori, risulta in flessione dell’1,6% la consistenza delle imprese agricole attive (6.592 unità al 31/10/2018), rispetto al 31/10/2017.

In termini climatici, l’autunno (ottobre novembre) è risultato molto mite con precipitazioni scarse che hanno permesso di effettuare, in condizioni ideali, le operazione di raccolta dei cereali autunnali, la vendemmia e la preparazione dei letti di semina. Per i cereali, terminato il raccolto di mais, sorgo e girasole con produzioni superiori alla media. Per le colture frutticole vi sono stati ritardi nelle produzioni e flessione delle rese per ettaro. Forte contrazione della quantità raccolta di albicocche; le fragole hanno subito le avversità meteorologiche della tarda primavera, come in parte le ciliegie. Per pesche e nettarine gli operatori del settore riportano una scarsa produzione ma una pezzatura buona e quotazioni soddisfacenti. Kiwi in leggera flessione produttiva con domanda debole. Si conferma un’annata molto positiva per la Vite con un raccolto in deciso aumento (+25,0%) e grado alcolico di poco inferiore a quello dello scorso anno; è attesa, tuttavia, una importante contrazione del prezzo dell'uva che verrà liquidato ai produttori.

Per il comparto avicolo: pollo da carne (franco allevamento): prezzo in ripresa (+3,9%, media gennaio-novembre 2018 sul medesimo periodo dell’anno precedente); uova: prezzo in rialzo (+13,1%, media gennaio-novembre 2018 sul medesimo periodo dell’anno precedente).

Note positive per le attività manifatturiere: su base annuale (3° trimestre 2018: media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti) gli indicatori, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna, segnalano valori in aumento: produzione +5,5%, fatturato +6,0%, ordini interni +7,0%, ordini esteri +4,8% e occupazione +2,4%. Per le imprese manifatturiere della provincia la favorevole fase congiunturale sembra quindi consolidarsi. La crescita della produzione segna valori superiori alla media nei comparti “alimentare”, “macchinari” e “prodotti in metallo”; positiva la performance produttiva per “confezioni”, “mobili”, “chimica e plastica” e “legno”; negativa per il comparto delle “calzature”. Le aspettative degli imprenditori per il quarto trimestre sono di ulteriore crescita della produzione, del fatturato e degli ordinativi; in lieve flessione, invece, l’occupazione. Dal punto di vista strutturale, si rileva però un calo dello 0,8% della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 31/10/2018 (3.611 unità), rispetto al medesimo periodo del 2017.

Per il settore delle costruzioni, continua la flessione nel numero delle imprese attive: al 31/10/2018 sono 5.588 (-0,8% rispetto al 31/10/2017). Positiva, invece, la dinamica del fatturato del comparto; secondo la rilevazione di Unioncamere Emilia-Romagna, infatti, nel 3° trimestre 2018 il volume d’affari risulta in aumento (+3,8% in termini tendenziali), con le previsioni degli imprenditori per il quarto trimestre orientate verso la stabilità.

Riguardo al commercio al dettaglio, le vendite nel 3° trimestre 2018, rispetto allo stesso periodo del 2017, risultano in diminuzione (-2,8%); le performance sono differenti per i vari comparti (alimentare: +0,6%, non alimentare: -4,6%, supermercati/iper: +1,4%) e per dimensione (piccola distribuzione: -4,8%, media distribuzione: -0,4%, grande distribuzione: +0,1%). In termini di numerosità, poi, risultano in calo le imprese del commercio al dettaglio (4.138 aziende al 31/10/18, -1,3%). Diminuisce, inoltre, anche la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni autoveicoli), con 8.213 imprese al 31 ottobre 2018 (-0,9% rispetto al 31/10/17).

Moderata la dinamica dell’export provinciale nei primi nove mesi del 2018: +2,6% rispetto ad analogo periodo 2017 (+5,2% per l’Emilia-Romagna e +3,1% per l’Italia). Risultato positivo per le esportazioni di macchinari (+3,8%, pari al 16,0% dell’export provinciale), degli articoli sportivi (+8,7%), dei prodotti in metallo (+15,4%), dei prodotti alimentari (+3,5%) e degli apparecchi elettrici (+4,7%); negativo per l’export delle calzature (-5,6%) e per i prodotti dell’agricoltura (-1,4%). Le esportazioni verso i Paesi della UE (che incidono per il 62,5% del totale dell’export provinciale) crescono del 6,5%, grazie soprattutto al contributo di Francia (+15,3%, principale Paese di destinazione), Germania (+4,4%) e Regno Unito (+15,6%). Le altre macro aree di destinazione maggiormente significative per peso dell’export sono, invece, tutte in flessione: Asia Orientale (-8,2%), Paesi Europei non UE (-0,9%), America Settentrionale (-3,8%) e Medio Oriente (-17,2%). Le importazioni provinciali, nel complesso, risultano sostanzialmente stabili (+0,2%).

Le imprese attive che erogano servizi di alloggio e ristorazione (2.771 unità al 31/10/2018), rispetto al 31/10/17, risultano sostanzialmente stabili (+0,2%). Nel periodo gennaio-ottobre 2018, il movimento turistico presenta dati positivi, in particolare riguardo alle presenze (+2,0%), a fronte di una sostanziale stabilità degli arrivi totali (+0,2%). Il movimento turistico italiano è migliore in termini di arrivi (+0,4%, rispetto al -0,6% degli stranieri), quello straniero riguardo alle presenze (+2,5%, rispetto al +1,9% degli italiani). Nel dettaglio, crescono le presenze nelle strutture complementari (+9,2%) mentre calano quelle nelle strutture alberghiere (-0,9%). In diminuzione, invece, il volume d’affari registrato nel 3° trimestre dell’anno (-0,6% rispetto al medesimo periodo del 2017), in base alle rilevazioni congiunturali di Unioncamere Emilia-Romagna.

Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in calo annuo dell’1,2% (1.062 unità al 31/10/18), analogamente alla dinamica del settore principale, trasporti e magazzinaggio (1.346 unità, -1,1%).

Le elaborazioni di Unioncamere Emilia-Romagna, su dati ISTAT delle Forze di lavoro relative al 2° trimestre 2018, rilevano per la provincia di Forlì-Cesena:

- un tasso di attività (71,5%) inferiore al dato regionale (73,8%) ma superiore alla media nazionale (65,7%);

- un tasso di occupazione 15-64 anni (66,9%) inferiore al dato regionale (69,0%) e migliore di quello nazionale (58,3%);

- un tasso di disoccupazione 15 anni e più (6,4%) uguale al dato regionale (6,4%) e migliore del livello nazionale (11,0%);

- un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (20,2%) sostanzialmente in linea col dato regionale (20,6%) e più basso di quello nazionale (33,2%).

I dati “destagionalizzati” SILER, elaborati dall’Agenzia Regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna, riportano, per il 3° trimestre 2018, un incremento delle attivazioni di lavoro dipendente rispetto al trimestre precedente (+0,9%), accompagnato da una diminuzione delle cessazioni (-3,2%); il saldo occupazionale (differenza tra numero dei rapporti attivati e cessati), per il trimestre in esame, è però lievemente negativo (-54 posizioni lavorative).

Relativamente al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, nel periodo gennaio-ottobre 2018, risultano autorizzate n. 1.153.924 ore totali, in decisa flessione (-55,1% rispetto ad analogo periodo 2017); in forte calo la CIG Straordinaria (-67,5%) e quella dei principali settori (manifatturiero: -45,3%, costruzioni: -73,2%, commercio: -44,1%).

Riguardo all’andamento del credito, a settembre 2018 i prestiti bancari alle imprese risultano in diminuzione (-1,3% rispetto al medesimo periodo del 2017): la flessione è uguale sia per i prestiti verso le piccole imprese (-1,3%) sia per quelli verso le imprese medio-grandi
(-1,3%). Tra i macrosettori di attività economica, la contrazione dei prestiti si riscontra soprattutto per le costruzioni (-7,5%). I prestiti alle famiglie della provincia risultano invece in aumento (+2,7%). Le sofferenze sui prestiti totali, al secondo trimestre 2018, sono state pari al 9,50% (Emilia-Romagna: 8,38%, Italia: 6,48%). Il ritmo di crescita delle nuove sofferenze rilevato in provincia nel terzo trimestre 2018 (+2,4%) risulta superiore a quello regionale (+1,7%) (fonte: Banca d’Italia – Ufficio Ricerca Economica di Bologna).

Gli scenari di previsione predisposti da Prometeia e aggiornati ad ottobre, infine, stimano, per la provincia di Forlì-Cesena, un aumento del valore aggiunto dell’1,3% per il 2018 (Emilia-Romagna +1,5%; Italia +1,0%) e dell’1,2% per il 2019 (Emilia-Romagna +1,3%; Italia +1,0%).

Attraverso il proprio Osservatorio Economico la Camera di commercio della Romagna

supporta la governance del proprio territorio di riferimento con analisi articolate e tempestive

e focus di approfondimento per le province di Forlì-Cesena e di Rimini

consultabili all’indirizzo:

www.romagna.camcom.it/informazione-economico-statistica/osservatorio-congiunturale