I rapporti di lavoro dipendente nel settore privato in Romagna: consistenza e dinamica al 31 maggio
I dati elaborati dall’Osservatorio economico della Camera di commercio della Romagna e resi disponibili dall’Agenzia per il Lavoro della Regione Emilia-Romagna, nel periodo gennaio-maggio 2020 rilevano per il territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) una diminuzione “congiunturale” e “tendenziale” consistente del numero dei rapporti di lavoro dipendente attivati, superiore alla variazione altrettanto negativa regionale; situazione che peggiora, come prevedibile, prendendo in considerazione il periodo più direttamente condizionato dalla pandemia in atto, cioè il trimestre marzo-maggio. I saldi (differenza tra attivazioni e cessazioni) risultano fortemente negativi in tutti i settori economici, in particolar modo nel commercio e nel turismo, che hanno maggiormente risentito degli effetti dell’emergenza sanitaria; saldi negativi anche per le tipologie di lavoro cosiddette “non stabili” mentre positivo il saldo nel lavoro a tempo indeterminato, ancora al riparo della protezione offerta dagli ammortizzatori sociali e dalla sospensione dei licenziamenti. Nota positiva, la crescita delle attivazioni nel mese di maggio (rispetto al mese precedente).
“Gli ultimi dati dati raccolti sull’andamento della “forza lavoro dipendente” sui territori di nostra competenza, sono fortemente negativi. Tutto ciò è conseguenza diretta del mix che li compone, all’interno del quale il settore turistico - quello più fortemente colpito - ha grande rilevanza – dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna –. Tale caratteristica, però, se nell’emergenza sanitaria ci penalizza, conferisce, al nostro sistema economico caratteristiche positive di “elatisticità” e capacità di ripresa. Giuoca un ruolo positivo anche l’attrattività, generata dalla nostra storica capacità di offrire “wellness” e “buon vivere”. In ogni caso, sottolineo l’attenzione che la Camera riserva da sempre al “lavoro” ed ai fenomeni che territorialmente lo connotano. Fenomeni che rappresentano, non solo l’interazione tra economia e società, ma che sono anche uno degli aspetti fondamentali che condizionano in positivo le dinamiche della competitività e dell’attrattività. I prossimi mesi risulteranno cruciali, moltissimo dipenderà dall’andamento della pandemia e dai risultati che daranno le provvidenze poste in campo. La Camera continuerà certamente a supportare il “lavoro”, sia sostenendo le imprese in dofficoltà, sia migliorando quel patrimonio distintivo di competenze che da sempre ci caratterizza in bene, a livello nazionale e a livello internazionale”.
I rapporti di lavoro dipendente nella Romagna - Forlì-Cesena e Rimini
I dati “destagionalizzati” (al netto dei fenomeni stagionali), che consentono di effettuare analisi sia con confronti “congiunturali”, cioè col periodo immediatamente precedente, sia con confronti tendenziali, ovvero con lo stesso periodo dell’anno precedente, ci dicono che nel sistema aggregato Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), tra gennaio e maggio 2020, vi sono state 47.618 attivazioni di lavoro dipendente, con un decremento, rispetto ai cinque mesi precedenti (agosto-dicembre 2019) del 37,6% e, rispetto al periodo gennaio-maggio 2019, del 38,2%.
In diminuzione anche le relative cessazioni (-18,0% congiunturale e -17,7% tendenziale, 62.280 rapporti terminati), superiori però, nel complesso, alle attivazioni.
Il saldo (differenza tra attivazioni e cessazioni), come prevedibile data la gravità degli eventi che hanno contradistinto questo difficile periodo, è decisamente negativo: -14.662.
La situazione è maggiormente negativa se si prendono in considerazione i tre mesi di lockdown delle imprese; infatti, tra marzo e maggio si sono avute solo 19.485 assunzioni, a fronte delle 31.779 cessazioni, con una perdita di posizioni dipendenti di 12.294 unità. Sia rispetto ai tre mesi precedenti (dicembre 2019-febbraio 2020) che al trimestre marzo-maggio 2019, si riscontra un pesante decremento nel numero delle attivazioni, rispettivamente pari a -54,2% e -57,5%, a cui si affianca un positivo calo nel numero delle cessazioni (-29,3% congiunturale, -30,6% tendenziale), dovuto però, in larga parte, al blocco dei licenziamenti.
Nel confronto regionale, le attivazioni di lavoro dipendente nell’aggregato Romagna rappresentano il 17,8% del totale nel periodo gennaio-maggio e il 16,3% nel trimestre marzo-maggio; anche in Emilia-Romagna si riscontrano variazioni negative a livello congiunturale (-28,3% tra gennaio e maggio, -46,2% tra marzo e maggio) e tendenziale (nell’ordine, -30,4% e -47,5%), che risultano però inferiori a quelle registrate nell’ambito della Romagna.
Nel periodo di lockdown marzo-maggio 2020 si sono avuti saldi negativi in tutti i settori economici; i peggiori hanno riguardato il commercio e il turismo (-7.679 su -12.292), settori maggiormente penalizzati rispetto agli altri.
Riguardo, invece, alla tipologia contrattuale, si registrano saldi negativi per il lavoro a tempo determinato, somministrato e apprendistato (-13.348), ma saldo positivo per il lavoro a tempo indeterminato (+1.056), protetto sia dagli ammortizzatori sociali, sia, soprattutto, dalla sospensione dei licenziamenti.
In ultimo, nota positiva che riguarda il numero delle assunzioni nel mese di maggio, che risulta, a seguito della fine del lockdown, in forte crescita rispetto al mese di aprile: +66,0% (7.171 unità).
I rapporti di lavoro dipendente: focus provinciale Forlì-Cesena
I dati “destagionalizzati” relativi ai rapporti di lavoro dipendente mostrano una situazione negativa per la provincia di Forlì-Cesena: tra gennaio e maggio 2020, si contano 27.547 attivazioni, con un decremento, rispetto ai cinque mesi precedenti (agosto-dicembre 2019) del 24,8% e, rispetto al periodo gennaio-maggio 2019 del 26,7%.
In diminuzione anche le relative cessazioni (-10,1% congiunturale e -11,3% tendenziale, 32.843 rapporti terminati), superiori però, nel complesso, alle attivazioni.
Il saldo (differenza tra attivazioni e cessazioni), pertanto, è decisamente negativo: -5.296.
La situazione è maggiormente negativa nei tre mesi di lockdown delle imprese: tra marzo e maggio si sono avute solo 12.962 assunzioni, contro 17.949 cessazioni, con una perdita di posizioni dipendenti di 4.987 unità. Sia rispetto ai tre mesi precedenti (dicembre 2019-febbraio 2020), che al trimestre marzo-maggio 2019, si riscontra un pesante decremento nel numero delle attivazioni, rispettivamente pari a -40,1% e -41,8%, a cui si affianca un positivo calo nel numero delle cessazioni (-17,9% congiunturale, -19,8% tendenziale), dovuto però, in larga parte, al blocco dei licenziamenti.
Nel confronto regionale, le attivazioni di lavoro dipendente in provincia di Forlì-Cesena rappresentano il 10,3% del totale nel periodo gennaio-maggio e il 10,8% nel trimestre marzo-maggio; anche in Emilia-Romagna si riscontrano variazioni negative a livello congiunturale (-28,3% tra gennaio e maggio, -46,2% tra marzo e maggio) e tendenziale (nell’ordine, -30,4% e -47,5%), che risultano superiori a quelle provinciali.
Nel confronto con le altre province emiliano-romagnole, Forlì-Cesena detiene il terzo peggior saldo nel periodo marzo-maggio 2020 (dopo Rimini e Bologna). Va rilevato, però che i saldi provinciali risultano tutti negativi.
Nel periodo di lockdown marzo-maggio 2020, si sono avuti saldi negativi in tutti i settori economici; in quelli maggiormente penalizzati del commercio e del turismo si riscontrano i peggiori (-2.024 su -4.987), a cui seguono gli altri servizi (-1.526), il manifatturiero (-711), l’agricoltura (-685) e le costruzioni (-41).
Riguardo, invece, alla tipologia contrattuale, saldi negativi per il lavoro a tempo determinato, somministrato e apprendistato (-5.678), ma saldo positivo per il lavoro a tempo indeterminato (+691), grazie, sia alla protezione degli ammortizzatori sociali, sia, soprattutto, alla sospensione dei licenziamenti.
In ultimo, nota positiva che riguarda il numero delle assunzioni nel mese di maggio, che risulta in forte crescita rispetto al mese di aprile: +31,9% (4.492 unità).
I rapporti di lavoro dipendente: focus provinciale Rimini
I dati “destagionalizzati” relativi ai rapporti di lavoro dipendente mostrano una situazione negativa per la provincia di Rimini: tra gennaio e maggio 2020 si contano 20.071 attivazioni, con un decremento, rispetto ai cinque mesi precedenti (agosto-dicembre 2019), del 49,4% e, rispetto al periodo gennaio-maggio 2019, del 49,1%.
In diminuzione anche le relative cessazioni (-25,4% congiunturale e -23,8% tendenziale, 29.437 rapporti terminati) superiori, però, nel complesso, alle attivazioni.
Il saldo (differenza tra attivazioni e cessazioni), pertanto, è decisamente negativo: -9.366.
La situazione è maggiormente negativa nei tre mesi di lockdown delle imprese: tra marzo e maggio si sono avute solo 6.524 assunzioni, contro 13.829 cessazioni, con una perdita di posizioni dipendenti di 7.305 unità. Sia rispetto ai tre mesi precedenti (dicembre 2019-febbraio 2020), che al trimestre marzo-maggio 2019 si riscontra un pesante decremento nel numero delle attivazioni, rispettivamente pari a -68,8% e -72,2%, a cui si affianca un positivo calo nel numero delle cessazioni (-40,1% congiunturale, -40,9% tendenziale), dovuto, però, in larga parte, al blocco dei licenziamenti.
Nel confronto regionale, le attivazioni di lavoro dipendente in provincia di Rimini rappresentano il 7,5% del totale nel periodo gennaio-maggio e il 5,4% nel trimestre marzo-maggio; anche in Emilia-Romagna si riscontrano variazioni negative a livello congiunturale (-28,3% tra gennaio e maggio, -46,2% tra marzo e maggio) e tendenziale (nell’ordine, -30,4% e -47,5%), che risultano però inferiori a quelle provinciali.
Nel confronto con le altre province emiliano-romagnole, Rimini detiene il peggior saldo nel periodo marzo-maggio 2020. Va rilevato, però che i saldi provinciali risultano tutti negativi.
Nel periodo di lockdown marzo-maggio 2020, si sono avuti saldi negativi in tutti i settori economici; in quelli maggiormente penalizzati del commercio e del turismo si riscontrano i peggiori (-5.655 su -7.305), a cui seguono gli altri servizi (-949), il manifatturiero (-567), l’agricoltura (-115) e le costruzioni (-22).
Riguardo, invece, alla tipologia contrattuale, saldi negativi per il lavoro a tempo determinato, somministrato e apprendistato (-7.670), ma saldo positivo per il lavoro a tempo indeterminato (+365), grazie, sia alla protezione degli ammortizzatori sociali, sia, soprattutto, alla sospensione dei licenziamenti.
In ultimo, nota positiva che riguarda il numero delle assunzioni nel mese di maggio, che risulta in fortissima crescita rispetto al mese di aprile: +193,4% (2.679 unità).
Fonte: Agenzia Regionale per il Lavoro della Regione Emilia-Romagna su dati SILER
Elaborazione: Osservatorio economico della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini” a cura dell’Ufficio Informazione economica
Il comunicato è disponibile nel sito della Camera di commercio della Romagna, nella sezione Informazione Economica
Per informazioni e approfondimenti: informazioneeconomica@romagna.camcom.it
[Comunicato Stampa n. 44 del 20 agosto 2020]