Comunicato stampa

L’inflazione nell’anno 2022: analisi dei prezzi al consumo nelle province di Forlì-Cesena e Rimini

Icona

Decisa crescita dell’inflazione nel 2022 nelle due province di Forlì-Cesena e Rimini; l’aumento riguarda tutti i capitoli di spesa - escluso solo quello delle comunicazioni - e, in particolare, quelli riferiti all’energia elettrica, gas e altri combustibili. Il mese di ottobre rappresenta quello con il maggior incremento tendenziale mentre a gennaio si rileva l’aumento più basso; in tale contesto, pur rimanendo sempre molto alta, negli ultimi due mesi dell’anno si assiste ad un calo dell’inflazione, riscontrabile soprattutto a dicembre. Diversità nei due territori di riferimento, con Forlì-Cesena che fa segnare un aumento superiore a quello regionale e nazionale e Rimini con una variazione inferiore all’incremento registrato in Emilia-Romagna e in linea con quello dell’Italia. Queste, in sintesi, le principali dinamiche che emergono dall’analisi degli indici ISTAT dei prezzi al consumo per i capoluoghi di Forlì e Rimini ed estendibili alle relative province, elaborate dall’Ufficio Informazione Economica della Camera di commercio della Romagna.


In Italia, nel 2022, i prezzi al consumo registrano una crescita in media d’anno dell’8,1%, segnando l’aumento più ampio dal 1985 (quando fu del +9,2%), principalmente a causa dall’andamento dei prezzi degli Energetici (+50,9% nel 2022, a fronte del +14,1% del 2021); al netto di questi beni, la crescita dei prezzi al consumo è pari a +4,1% (da +0,8% del 2021). Sono undici le regioni nelle quali l’inflazione, nell’anno appena trascorso, risulta più ampia di quella nazionale; tra queste l’Emilia-Romagna, che si piazza al nono posto tra le regioni con l’indice inflattivo più alto.

Nell’ambito dell’Osservatorio economico, la Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini ha elaborato alcuni dati circa l’andamento dell’inflazione nei territori di riferimento dell’Ente, relativi all’anno 2022.


“Il dato inflattivo è del tutto riferibile all'incremento dei prezzi dei prodotti energetici, mentre le imprese dei diversi settori economici hanno semplicemente adeguato i listini e i prezzi agli incrementi subiti alla produzione – commenta Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Questa situazione dimostra che il nostro Paese ha necessità sì di misure immediate, ma soprattutto di una strategia energetica complessiva basata sull'analisi scientifica, sui dati e non aprioristica, che guardi alla sostenibilità nel tempo. L'energia è un fattore fondamentale per famiglie e imprese, quindi per il Paese intero e richiede che sia messa al centro delle priorità a tutti i livelli di governo”.

La dinamica dei prezzi al consumo in provincia di Forlì-Cesena

Nel 2022 la variazione media dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per l’intera collettività (NIC) per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena), rispetto al 2021, è stata pari a +9,2%, superiore a quella regionale (+8,4%) e nazionale (+8,1%). Ottobre è stato il mese con l’inflazione maggiore (+13,4% su ottobre 2021) mentre a gennaio si riscontra la variazione più bassa (+5,5%); pur restando su valori decisamente alti, a novembre si assiste ad un lieve calo (+13,3% annuo) che si fa, poi, più marcato nel mese di dicembre (+12,7%).

Nel confronto con le altre province emiliano-romagnole, nella classifica decrescente, Forlì-Cesena si colloca al primo posto per ciò che riguarda la variazione media tendenziale gennaio-dicembre 2022; seconda posizione, invece, riguardo alla variazione annua nel mese di dicembre (dopo Ravenna: +12,8%).

Sulla base delle divisioni di spesa, il maggior incremento medio tendenziale dei prezzi (periodo gennaio-dicembre 2022) riguarda il gruppo “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (+36,5%), all’interno del quale spicca in modo evidente la voce “elettricità, gas e altri combustibili” (+87,2%); quest’ultima ha inciso in modo preponderante sulla crescita inflattiva, seguendone lo stesso trend, con un “picco” a ottobre (+142,9% annuo) e una relativa discesa nel mese di novembre (+137,7%) e, soprattutto, dicembre (+123,4%).

A seguire, in termini di variazione media gennaio-dicembre 2022-2021, troviamo le seguenti divisioni: “prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+10,2%), “trasporti” (+9,2%), “ricettività e ristorazione” (+8,8%), “mobili e articoli per la casa” (+5,9%), “abbigliamento e calzature” (+3,3%), “servizi sanitari e spese per la salute” (+2,5%), “ricreazione, spettacoli e cultura” (+2,3%), “bevande alcoliche e tabacchi” (+2,0%) e ”istruzione” (+0,4%). Risultano in flessione, invece, le “comunicazioni” (-3,8%).

L’inflazione acquisita per il 2023, cioè la variazione media dell’indice, ipotizzando che l’indice stesso rimanga, per tutti i mesi dell’anno in corso, al medesimo livello dell’ultimo dato mensile di dicembre 2022, risulta essere del +5,2%.

In ultimo, la variazione media dell’anno 2022, rispetto al 2021, dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per famiglie di operai e impiegati (FOI) per il capoluogo forlivese, e quindi per la provincia in generale, è pari a +8,6% (dicembre: +11,7%)

La dinamica dei prezzi al consumo in provincia di Rimini

Nel 2022 la variazione media dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per l’intera collettività (NIC) per il capoluogo di Rimini (estendibile all’intera provincia), rispetto al 2021, è stata pari a +8,1%, inferiore a quella regionale (+8,4%) e uguale al dato nazionale (+8,1%). Ottobre è stato il mese con l’inflazione maggiore (+12,2% su ottobre 2021) mentre a gennaio si riscontra la variazione più bassa (+5,0%); pur restando su valori decisamente alti, a novembre si assiste ad un lieve calo (+12,0% annuo) che si fa, poi, più marcato nel mese di dicembre (+11,3%).

Nel confronto con le altre province emiliano-romagnole, nella classifica decrescente, Rimini si colloca al settimo posto per ciò che riguarda la variazione media tendenziale gennaio-dicembre 2022 (primo posto Forlì-Cesena: +9,2%); stessa posizione per ciò che concerne la variazione annua nel mese di dicembre (primo posto Ravenna: +12,8%).

Sulla base delle divisioni di spesa, il maggior incremento medio tendenziale dei prezzi (periodo gennaio-dicembre 2022) riguarda il gruppo “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (+37,4%), all’interno del quale spicca in modo evidente la voce “elettricità, gas e altri combustibili” (+87,6%); quest’ultima ha inciso in modo preponderante sulla crescita inflattiva, seguendone lo stesso trend, con un “picco” a ottobre (+145,9% annuo) e una relativa discesa nel mese di novembre (+139,8%) e, soprattutto, dicembre (+125,9%).

A seguire, in termini di variazione media gennaio-dicembre 2022-2021, troviamo le seguenti divisioni: “prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+8,7%), “trasporti” (+8,3%), “ricettività e ristorazione” (+5,1%), “mobili e articoli per la casa” (+4,6%), “istruzione” (+2,4%), “bevande alcoliche e tabacchi” (+1,9%), “ricreazione, spettacoli e cultura” (+1,7%), “servizi sanitari e spese per la salute” (+1,2%) e “abbigliamento e calzature” (+1,0%). Risultano in flessione, invece, le “comunicazioni” (-3,8%).

L’inflazione acquisita per il 2023, cioè la variazione media dell’indice, ipotizzando che l’indice stesso rimanga, per tutti i mesi dell’anno in corso, al medesimo livello dell’ultimo dato mensile di dicembre 2022, risulta essere del +4,7%.

In ultimo, la variazione media dell’anno 2022, rispetto al 2021, dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per famiglie di operai e impiegati (FOI) per il capoluogo riminese, e quindi per la provincia in generale, è pari a +7,5% (dicembre: +10,5%).

Nota esplicativa:

- il NIC è un indice dei prezzi al consumo che misura l’inflazione a livello dell’intero sistema economico; in altre parole, considera l’Italia come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. Per gli organi di governo il NIC rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche;

- il FOI è un indice dei prezzi al consumo basato su un paniere di beni e servizi che rappresenta i consumi di una famiglia, la cui persona di riferimento è un lavoratore dipendente (extragricolo).
È, quindi, un indice più specifico del NIC, utilizzato come base per adeguare periodicamente i valori monetari, come ad esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato.


Fonte: ISTAT

Elaborazione: Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini a cura dell’Ufficio Informazione Economica

Osservatorio economico: https://www.romagna.camcom.it/informazione-economico-statistica/osservatorio-congiunturale/index.htm?ID_D=294

Rapporto economia: https://www.romagna.camcom.it/informazione-economico-statistica/rapporto-sulleconomia/index.htm?ID_D=268

Il comunicato è disponibile nel sito della Camera di commercio della Romagna, sezione Informazione Economica

Per informazioni e approfondimenti: informazioneeconomica@romagna.camcom.it

 

[Comunicato stampa n. 4 del 18 gennaio 2023]