Rapporto dall’economia: dinamiche, scenari e strategie per la Romagna
Nonostante la situazione di emergenza, non si ferma il lavoro di analisi dei risultati ottenuti in funzione delle strategie da attuare per interpretare gli scenari e continuare a delineare con azioni concrete anche di lungo periodo un futuro di coesione e di sviluppo per il nostro Sistema territoriale. Pubblicato nel sito istituzionale il Rapporto 2019 curato dalla Camera di commercio della Romagna Forlì-Cesena e Rimini. Al lavoro la “Cabina di regia” che vede operare fianco a fianco Camera di commercio e Associazioni di categoria.
La Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini ha reso disponibile on line l’articolato patrimonio informativo annuale che “lavora sui fondamentali” e che consente di poggiare su elementi concreti la governance e le strategie di sviluppo del nostro territorio. Il lavoro è utile a maggior ragione nella difficile situazione attuale: lo stato di emergenza non deve travolgere la capacità di continuare a lavorare. Utile, inoltre, alla ricerca di situazioni contingenti, anche nel medio e lungo periodo per concretizzare quella visione di crescita e di coesione che ha raccolto negli ultimi anni l’adesione di energie preziose.
Dalle analisi realizzate emerge che, nel corso del 2019, il sistema produttivo del territorio Romagna, nonostante un contesto internazionale recessivo e in progressivo rallentamento e il permanere di alcune criticità e l’emergere di nuove, è riuscito complessivamente a realizzare, rispetto al quadro nazionale, performance tutto sommato buone. In estrema sintesi le analisi elaborate hanno evidenziato alcuni aspetti che è importante tenere presenti:
- buon incremento del valore aggiunto (in termini nominali);
- lieve flessione della base imprenditoriale, meno accentuata però per le localizzazioni;
- indicatori del mercato del lavoro migliori del dato nazionale;
- tenuta delle esportazioni anche se con performance inferiori a quella regionale e nazionale;
- difficoltà diffusa nel preservare la redditività;
- buon posizionamento nelle classifiche tematiche dello sviluppo sostenibile territoriale e della responsabilità sociale d’impresa;
- conferma di un mix produttivo articolato capace di creare, nel lungo periodo, forme di compensazione a livello territoriale che conferiscono un buon grado di resilienza delle performance complessive del nostro sistema.
Inoltre, pur con specifiche caratterizzazioni, i territori forlivese, cesenate e riminese hanno intrapreso percorsi sfidanti e qualificanti per ridefinire il proprio profilo competitivo e la propria attrattività con un impegno che, una volta superata l’attuale emergenza sanitaria ed economica, non andrà assolutamente perso e anzi potrà rinnovarsi con una maggiore lucidità, efficacia e capacità realizzativa. Gli investimenti innovativi messi in campo in questi anni in termini di risorse e di competenze per valorizzare filiere e competenze distintive e su asset - quali la digitalizzazione, l’innovazione e l’internazionalizzazione - e temi strategici - quali la cultura e i grandi servizi (università e sanità...) sono per loro natura a “rendimento lento”, ma non mancheranno di dare sempre di più i loro frutti una volta superate le impreviste” difficoltà attuali poichè hanno già contribuito a cambiare la fisionomia dei nostri territori con percorsi che sono stati faticosi e lenti da avviare ma che sono poi divenuti sempre più solidi e in grado di resistere anche a gravi battute di arresto.
“Siamo di fronte a situazione straordinaria e “storica”, che segnerà un “prima” e un “dopo” nelle vite di ciascuno di noi. Dovremo tutti fare i conti con questa situazione di incertezza, imprevista e improvvisa, che ci obbligherà a sostanziosi cambiamenti. – dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna –. Alla fine del 2019, i dati ci raccontavano di un’economia territoriale che, nonostante il rallentamento generale rilevato - a partire dal contesto esterno - dava dimostrazione di buona resilienza nel sistema produttivo. Una caratteristica questa che ci contraddistingue e sulla quale sappiamo di poter contare, anche ora che stiamo mettendo in campo le misure per affrontare lo shock dell’attuale emergenza e nel progettare la ripartenza. Davanti a noi, però, si prefigura una recessione profonda e pervasiva, in cui il nostro Paese, con un’economia nella quale hanno una forte incidenza settori come i servizi e il turismo, caratterizzati da piccole e medie imprese e un debito pubblico già elevato, corre il rischio di risultare fragile. Tra l’altro, di fronte a questa recessione, che si manifesta con modalità inedite e tempi di soluzione incerti, anche i consueti modelli previsionali perdono significatività. Dobbiamo, però, rifiutarci di accettare che sia la paura a connotare la nostra agenda che, invece, deve essere dettata dalla nostra visione strategica e dalla nostra capacità di contemperare prudenza e coraggio. Il “dopo” emergenza Covid-19, cioè, deve essere affrontato già oggi, dando valore strategico anche a questo tempo di apparente sospensione in cui siamo costretti. È necessario, perciò, imparare/incrementare la capacità di mixare competenze specialistiche, con altre di elaborazione della complessità e, in particolare, dobbiamo consolidare il valore della relazione, del confronto e del lavoro in sinergia. La Camera di commercio, in questa situazione, è stata in grado, innanzitutto di riconfigurare sé stessa come organizzazione capace di agire con efficacia, anche nell’emergenza, nel servizio prioritario alle imprese, ma anche come “cabina di regia” che, insieme alle Associazioni di Categoria, lavora per dare risposte immediate e concrete e per continuare a realizzare quella realtà di crescita e coesione che il nostro Sistema territoriale merita.”
Il Rapporto completo, le sezioni relative ai territori di Forlì-Cesena e di Rimini e i materiali di sintesi sono pubblicati nel sito della Camera di commercio
Il quadro economico del territorio Romagna - Forlì-Cesena e Rimini
La popolazione residente totale nel territorio Romagna è pari a 733.644 persone (fonte: ISTAT al 31 dicembre 2018), in aumento (+0,29%) rispetto ai 12 mesi precedenti. Gli stranieri residenti nel territorio Romagna sono 81.301, pari all’11,0% della popolazione totale, incidenza inferiore a quella regionale (12,3%), ma superiore a quella nazionale (8,7%). Più della metà dei residenti stranieri (il 54,2%) sono donne. I principali Paesi di provenienza dei residenti non italiani sono, nell’ordine: Romania (con il 17,5% dei residenti stranieri), Albania (16,6%), Marocco (9,5%), Ucraina (8,8%) e Cina (7,1%).
Le stime di Prometeia (gennaio 2020), relative al valore aggiunto (in termini reali) prodotto nel territorio Romagna nel 2019 riportano una crescita annua del +0,5%, superiore al dato nazionale e quasi in linea con quello regionale.
Il territorio della Camera di commercio della Romagna è caratterizzato da una realtà imprenditoriale articolata, intraprendente e dinamica che occupa un posto di rilievo nel tessuto produttivo regionale e nazionale. Le elaborazioni su dati Infocamere al 31/12/2019 riportano 99.616 localizzazioni (sedi e unità locali) registrate (di cui 88.149 attive); le imprese registrate (sedi) sono 81.480 (di cui 70.650 attive). Riguardo sia alle localizzazioni attive sia alle imprese attive, si rileva, rispetto al 31/12/2018, una flessione, che risulta essere più contenuta per le prime (rispettivamente, -0,4% e -0,8%).
Il territorio Romagna si caratterizza per una diffusa imprenditorialità con 97 imprese attive ogni mille abitanti (Emilia-Romagna 90, Italia 85).Nel sistema imprenditoriale di riferimento della Camera di commercio della Romagna, accanto a realtà imprenditoriali di rilievo internazionale, opera un numero elevato di piccole e medie imprese (il 92,6% delle imprese ha meno di 10 addetti) che svolgono un ruolo significativo nella creazione del valore. Il 30,3% delle imprese è artigiana (31,4% in regionale e 25,1% in Italia), in flessione dello 0,9%. Le cooperative sono 791, in flessione del 2,9% sul dato 2018.
Tra i settori di attività economica maggiormente significativi in termini di numerosità di imprese, il commercio, che costituisce il 23,5% delle imprese attive, registra una flessione del 2,5%. Il settore delle costruzioni risulta in lieve calo (-0,3%) e rappresenta il 14,7% del totale. Le imprese del settore agricolo, comparto caratterizzato da dinamiche e specificità particolari, che rappresentano il 12,6% delle imprese attive totali, sono diminuite dell’1,7%; segue per incidenza il settore “alloggio e ristorazione” (10,6% sul totale), sostanzialmente stabile (+0,2%). Il calo del settore manifatturiero, che rappresenta l’8,6% delle imprese, si attesta sull'1,7%. Le attività immobiliari (il 7,9% del totale delle imprese attive), registrano un aumento dell'1,5% mentre una stabilità (+0,1%) si rileva nelle “altre attività di servizi” (4,7% del totale). Prosegue, inoltre, la riduzione (-2,0%) delle imprese che svolgono “Trasporto e magazzinaggio” (3,2% del totale). Segnali positivi in termini di crescita provengono invece da attività economiche con incidenze minori ma, per alcuni aspetti, maggiormente innovative: aumentano infatti le imprese concernenti “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, il “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” e i “Servizi di informazione e comunicazione”.
I principali indicatori ISTAT del mercato del lavoro riportano i seguenti risultati nel 2019:
- tasso di attività (15-64 anni) pari al 74,4%, in linea con il dato regionale (74,6%) e superiore a quello nazionale (65,7%);
- tasso di occupazione 15-64 anni pari al 69,3%, più contenuto del dato medio regionale (70,4%) ma maggiore di quello nazionale (59,0%);
- tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) pari al 6,6%, più alto di quello dell’Emilia-Romagna (5,5%) ma decisamente migliore del dato nazionale (10,0%).
Nell’anno 2019, le esportazioni del territorio Romagna sono state pari a 6,3 miliardi di euro (+0,1% rispetto al medesimo periodo del 2018, +4,0% per la regione Emilia-Romagna +2,3% per l’Italia). Il settore dei macchinari costituisce oltre un quinto (il 20,4%) delle esportazioni totali del territorio Romagna, con una variazione annua negativa del 2,7%; segue il settore tessile, abbigliamento, pelli e accessori (-8,2% rispetto al 2018, incidenza del 17,9%), i metalli e prodotti in metallo (-0,7%, incidenza del 10,8%), le altre attività manifatturiere (-5,1%, incidenza del 10,4%), i mezzi di trasporto (+25,2%, incidenza dell’8,7%) e i prodotti alimentari (+5,1%, incidenza del 7,8%). I prodotti dell’agricoltura costituiscono il 5,4% dell’export Romagna e hanno registrato un aumento del 5,3%.
I principali Paesi di destinazione delle esportazioni sono, nell’ordine, la Francia (11,5% del totale), la Germania (10,3%), gli Stati Uniti (8,7%), il Regno Unito (7,1%) e la Spagna (4,4%); tra questi, da sottolineare gli incrementi verificatesi verso la Francia (+2,8%), la Germania (+2,2) e la Spagna (+1,7%) che si contrappongono alla stabilità degli Stati Uniti (-0,3%) e del Regno Unito (-0,1%).
Secondo i principali indicatori di output S3 (Smart Specialization Strategy) riguardanti le politiche e le azioni di innovazione, nel periodo 2014-2019, nell’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono stati finanziati 748 progetti (547 a Forlì-Cesena, 201 a Rimini) per un totale di 622 imprese finanziate e 81 aziende coinvolte, ed erogati 67 finanziamenti a laboratori di ricerca, con 46 contratti; 20 sono state le nuove imprese create, 19 i brevetti generati dai progetti, 174 milioni di euro gli investimenti effettuati, 95 milioni di euro i contributi e 340 i ricercatori coinvolti, con 1.806 persone formate.
Le start-up innovative con sede nel territorio della Camera di commercio della Romagna (rilevate al 3/2/2020) sono 174 e operano principalmente nei servizi (128 unità) e nell’industria/artigianato (31 unità); in termini di variazione annua, si registra una diminuzione del 2,8%.
Nell’area Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), al 31/12/2019, le aziende con certificazione di responsabilità sociale d’impresa (certificate SA8000) sono 27 (il 17,0% a livello regionale), tre in più rispetto al 2018. Secondo i dati dell’Osservatorio GreenER (ART-ER), a ottobre 2019 risiedono 1.161 imprese green (il 17,6% del totale regionale), con una crescita, rispetto a fine 2018, del 21,3%, superiore alla variazione positiva dell’Emilia-Romagna (+20,4%); nel settore Agroalimentare si concentra la metà delle relative imprese (581 su 1.161, 50,0% del totale), cui segue la Mobilità (104, 9,0%), l'Energia rinnovabile ed efficienza energetica (90, 7,8%) e il Ciclo rifiuti (81, 7,0%).
Le due province che costituiscono il territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) presentano buoni posizionamenti in merito a variabili sociali, strutturali ed economiche di carattere multidimensionale che confluiscono nel variegato concetto di sviluppo sostenibile. Nella classifica SmartCity (ForumPA 2019), su 107 comuni, le città capoluogo della Romagna si collocano rispettivamente al 22° posto (Forlì) e al 20° (Rimini). In tale contesto, anche lo standing delle due province in termini di qualità della vita si conferma buono: infatti, secondo l’indagine de Il Sole 24 Ore, redatta su 107 province italiane, nel 2019 Forlì-Cesena risulta al 25° posto e Rimini al 17°.
Il quadro economico della provincia di Forlì-Cesena - sintesi
Nel 2019, pur con diffuse criticità, sono state rilevate positive tendenze per il territorio forlivese e cesenate. I principali indicatori settoriali rilevano:
- diminuzione della PLV agricola (specialmente con riferimento alle coltivazioni frutticole) ma il contestuale incremento di quella relativa alla zootecnia e alle colture erbacee (cereali in particolare);
- flessione della produzione industriale ma tenuta dei livelli di fatturato e ordinativi;
- segnali positivi dal settore costruzioni, da contestualizzare però in un quadro operativo alquanto ridimensionato
vendite nel commercio al dettaglio sostanzialmente stazionarie ma difficoltà nella piccola e media distribuzione
stagione turistica in chiaro-scuro (aumentano gli arrivi, calano le presenze); - in calo i prestiti alle imprese; rimane elevato il livello delle sofferenze anche se in ridimensionamento;
- in diminuzione la dinamica imprenditoriale artigiana ma meno di quella regionale e nazionale;
- sostanziale tenuta delle cooperative con fatturato in aumento.
L’analisi delle principali tematiche economiche del territorio di Forlì-Cesena e dei relativi settori di attività economica sarà oggetto di futuri comunicati stampa monografici.
Principali variabili dell’economia della provincia di Forlì-Cesena
Il quadro economico della provincia di Rimini - sintesi
Nel 2019, pur con alcune criticità, sono state rilevate positive tendenze per il territorio riminese. I principali indicatori settoriali segnalano:
- PLV agricola in aumento, grazie al positivo contributo delle coltivazioni erbacee (in particolare le orticole e le foraggere)
aumento del valore del pescato e della quantità commercializzata; - dinamica congiunturale del manifatturiero moderatamente positiva;
- alcuni segnali positivi dal settore costruzioni da contestualizzare però in un quadro operativo alquanto ridimensionato
vendite nel commercio al dettaglio stazionarie ma difficoltà nella piccola e media distribuzione; - stagione turistica sostanzialmente positiva (aumentano gli arrivi, stabili le presenze), in aumento le presenze straniere;
- in calo i prestiti alle imprese; elevata l’incidenza delle sofferenze anche se in ridimensionamento;
- in diminuzione la dinamica imprenditoriale artigiana, in linea con quella regionale e nazionale ;
- diminuzione delle cooperative ma con fatturato in aumento
L’analisi delle principali tematiche economiche del territorio riminese e dei settori di attività economica sarà oggetto di futuri comunicati stampa monografici.
Principali variabili dell’economia della provincia di Rimini
[Comunicato Stampa n. 16 del 3 aprile 2020]